“Un presidio di solidarietà per il popolo palestinese”. È l’appello che l’Anpi e l’Arci di Roma e la Cgil di Roma e del Lazio lanciano a tutte le forze democratiche.

L’appuntamento è venerdì 25 maggio in Piazza della Rotonda (Pantheon), dalle ore 16.30 alle ore 19. Le adesioni possono essere inoltrate a: appellopalestina@libero.it“.

“Quella a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi nella striscia di Gaza è una vera e propria carneficina, con un esercito professionale che, a distanza di grande sicurezza, sparava ad altezza d’uomo e uccideva gente disperata che da 11 anni vive segregata in un vero e proprio carcere a cielo aperto. Le oltre 50 vittime del 14 maggio, con quasi 3mila feriti, tutti palestinesi, ci raccontano qualcosa di molto diverso dalla narrazione degli ‘scontri’ o del ‘legittimo dovere alla difesa dei confini’”.

Un popolo allo stremo

“La sanguinosa repressione di manifestazioni di massa pacifiche e non violente ha già causato oltre 100 morti e migliaia di feriti, nelle mobilitazioni organizzate nella ricorrenza della Naqba – quando centinaia di migliaia di palestinesi furono cacciati dalle loro case – e per protestare contro la sciagurata decisione dell’Amministrazione Trump di spostare la Rappresentanza diplomatica Usa a Gerusalemme. Il fatto che la mobilitazione sia stata promossa anche da Hamas non ne ha modificato il carattere popolare e non violento”.

“Alla base di queste manifestazioni non sta alcun intento terroristico nei confronti di Israele – anzi, è necessario profondere ogni sforzo per amplificare le voci dei molti israeliani contrari alle politiche del proprio governo nei territori occupati – ma la disperazione di due milioni di persone recluse di fatto in un fazzoletto di terra di 800 kmq, senza approvvigionamenti di energia elettrica e acqua potabile, in povertà, con tassi enormi di disoccupazione, nessuna speranza immediata di uno sblocco della situazione”.

L’amministrazione Trump getta benzina sul fuoco

“L’amministrazione Trump – violando il diritto internazionale e le Risoluzioni delle Nazioni Unite sullo status internazionale di Gerusalemme, da nessun altro Stato finora riconosciuta come capitale di Israele – getta benzina sul fuoco e spinge chiaramente Israele, nell’inedito patto con l’Arabia Saudita, alla guerra aperta contro l’Iran lasciandogli, come contropartita, mano completamente libera nella sanguinosa repressione dei palestinesi e nella sua politica di insediamenti nei territori della Cisgiordania, che minano alla radice la sempre più lontana soluzione di ‘due popoli, due stati’”.

“Nell’assordante silenzio dei Paesi Arabi, nelle divisioni e nella forzata inazione dell’Anp, si sta consumando una tragedia che potrebbe innescare un’ulteriore destabilizzazione pericolosissima nell’area e che potrebbe portare nelle braccia della jihad un popolo che vorrebbe soltanto poter esistere dignitosamente. La decisione del Consiglio Onu sui Diritti Umani di aprire un’inchiesta indipendente sui tragici fatti rappresenta una minima e insufficiente reazione della comunità internazionale di fronte alla palese violazione di qualsiasi diritto umano da parte del governo israeliano”.

Dall’Europa risposte inefficaci

“Ancora una volta, purtroppo, l’Europa dimostra le sue divisioni e la sua inefficacia: la Commissione, il Consiglio, gli stessi governi nazionali europei non sono stati capaci, negli anni e ancora oggi, di farsi protagonisti di un’iniziativa internazionale che ponesse le condizioni per un vero processo di pace. Ci piacerebbe che le istituzioni europee dimostrassero – con una forte iniziativa verso il popolo palestinese e una proposta per la soluzione del conflitto israelo-palestinese – che il sussulto di dignità e iniziativa a difesa dell’accordo sul nucleare iraniano, stracciato dall’amministrazione Trump, non risponde solo alla difesa di immediati interessi economici e finanziari”.

“C’è bisogno, anche da parte della società civile italiana ed europea, di una continua mobilitazione per scuotere il Parlamento e le istituzioni democratiche e continuare a denunciare le violazioni della legalità internazionale alle Nazioni Unite e alla Ue. Occorre moltiplicare le occasioni di sensibilizzazione, protesta e controinformazione: il popolo palestinese è allo stremo, e ha bisogno di tutti noi”.

Fonte: CGIL Roma e Lazio