Il giorno 4 Settembre alle ore 15:00 si terrà l’incontro tra le OO.SS. e il ministro Profumo presso il Ministero dell’Istruzione.

In concomitanza con l’incontro si terrà il sit-in di diverse associazioni e comitati di lavoratori precari della scuola. La FLC CGIL di Roma e Lazio assicurerà una presenza delle Compagne e dei Compagni.

La delegazione della FLC CGIL affronterà nell’incontro con il Ministro temi rilevanti quali le prove di accesso al TFA e il Concorso annunciato dal Consiglio dei Ministri del 24 agosto.

I risultati dell’incontro saranno comunicati su questo sito.


Trasmettiamo di seguito il comunicato del Coordinamento Precari della FLC-CGIL:

Coordinamento Nazionale Lavoratori Precari della Conoscenza FLC CGIL

Documento sul concorso ordinario

La ricetta di Profumo: tagli e concorso beffa 

In questi giorni, per il mondo della scuola, il ministro Profumo sta presentando importanti novità, rispetto alle quali si susseguono commenti e dichiarazioni, spesso da parte di chi non conosce a fondo l’istruzione italiana ed il suo funzionamento e diffonde opinioni prive di fondamento.

Infatti, nelle ultime ore il Ministro ha deciso di bandire un nuovo concorso nella scuola pubblica senza alcun confronto con chi la scuola la vive e la rappresenta. Il provvedimento è stato adottato dal Consiglio dei Ministri del 24 agosto 2012.

La nostra Costituzione sancisce, all’art 97, che il criterio per entrare nella pubblica amministrazione è il concorso pubblico, ma, per quanto riguarda la scuola, sfortunatamente la situazione è molto, ma molto, più complessa e, vista la confusione e le mistificazioni diffuse sull’argomento, è forse il caso di chiarire la questione.

Oggi, in Italia, i docenti sono reclutati da due graduatorie, una scaturita dai concorsi pubblici (l’ultimo bandito nel 1999, tredici anni fa), di consuetudine definita “Graduatoria di Merito”, l’altra, detta “Graduatoria ad Esaurimento”, formata da docenti abilitati attraverso procedure pubbliche e notevolmente selettive, che hanno caratterizzato il reclutamento nell’ultimo decennio.

E’ proprio da quest’ultima graduatoria che si attingono, oltre che i docenti di ruolo, anche i numerosissimi supplenti che ogni anno fanno funzionare il sistema scolastico italiano, coprendo anche quei posti vuoti che la politica di tagli alla scuola non vuole destinare al ruolo.

Il personale di queste due graduatorie, che si è formato sia attraverso il conseguimento di titoli che attraverso la fondamentale esperienza sul campo (gli anni di servizio in classe, in alcuni casi anche oltre 20), e che è in attesa di avere un contratto a tempo indeterminato, ora viene “accusato” di due colpe fondamentali: di essere troppo avanti con l’età e di non essere stato selezionato in modo meritocratico.

In realtà, secondo gli studi dello stesso Ministero, nel 2009, più dell’80% dei presenti nelle GAE sono vincitori di concorso o abilitati con i percorsi universitari a numero chiuso.

Si annuncia in pompa magna che solo il concorso, invece, darebbe finalmente spazio ai giovani e ai meritevoli. Queste dichiarazioni meritano una risposta puntuale non solo con lo scopo di difendere da accuse diffamanti ma anche per informare correttamente l’opinione pubblica. Il ministro Profumo, in perfetta sintonia con quanto affermava l’ex ministro Gelmini, sostiene infatti che i docenti non siano stati selezionati secondo criteri meritocratici e ha la presunzione di voler “rimediare al misfatto” attraverso un concorso.

A tal proposito, e con non celata malizia, vorremmo ricordare che il MIUR è reduce, da qualche settimana, dal flop dei test di selezione dei nuovi corsi di abilitazione all’insegnamento, i TFA (Tirocinio Formativo Attivo): i test erano, in alcuni casi, pieni di errori e il MIUR ha dovuto istituire delle commissioni per rivedere gli esiti delle prove e anche ora continuano ad esserci segnalazioni.

Vorremmo anche ricordare che, grazie alla legge 95 del 6 luglio 2012, i docenti in esubero nelle scuole, quelli cioè che hanno perso il proprio posto a tempo indeterminato a causa dei tagli iniziati con l’ex Ministro Gelmini, dovranno essere utilizzati per supplenze, anche annuali, su ordini di scuola diversi e anche quando il docente non è in possesso della specifica abilitazione o idoneità all’insegnamento, purché il medesimo possegga titolo di studio valido: già solo questo provvedimento induce a pensare che il Ministro dell’istruzione non abbia in realtà nessuna intenzione di lavorare per innalzare il livello qualitativo del nostro sistema di istruzione pubblica statale. Anzi.

 

Il Ministro Profumo, infine, afferma che il concorso è necessario per dare la possibilità ai giovani di insegnare. Sarebbe facile sottolineare quanto sia paradossale che proprio dalla gerontocrazia politica scaturisca l’accusa a docenti, spesso poco più che trentenni, di essere arretrati e vecchi e quanto sia paradossale il fatto che, secondo la legge italiana, a questo concorso potranno partecipare solo gli insegnanti abilitati salvo alcune limitate eccezioni, che però prevedono un titolo acquisito almeno 10 anni fa. Chi, quindi potrà partecipare a questo concorso? Solo noi, gli “anziani”, i “raccomandati”, gli “immeritevoli” docenti della graduatoria ad esaurimento e poco più!

Alcuni esponenti politici non hanno mancato però di rilevare subito la contraddizione e di proporre, per ovviare al problema, una quota riservata agli under 30! Tutto ciò sembra solo un becero spot demagogico, ma soprattutto pericoloso, perché vuole chiaramente aprire ad un inutile scontro generazionale: questo Paese ha bisogno di coltivare la solidarietà, non certo le guerre tra poveri. Quando noi, oggi docenti precari tra i 30 e i 50 anni, abbiamo acquisito il titolo di abilitazione all’insegnamento, eravamo “giovani”: non abbiamo scelto noi di invecchiare precari, ma ha scelto per noi una politica che non ha saputo investire nella scuola pubblica e nei giovani laureati che si apprestavano a diventare insegnanti, cambiando sistematicamente le regole sulla base delle quali ognuno di noi ha costruito i propri progetti di vita.

I reali rischi (oppure gli obbiettivi nascosti) di tutta questa operazione sono invece due:

1)    si mina alla base il sistema di reclutamento attuale, basato sulle graduatorie di merito, per sostituirlo con altri criteri che già erano all’orizzonte, come la chiamata diretta dei docenti da parte dei presidi e l’introduzione di contratti di lavoro ancor più precari;

2)    si distrae l’attenzione dal vero problema: la scuola pubblica italiana è stata massacrata dai tagli e umiliata da provvedimenti volti esclusivamente a fare cassa.

Si bandisce infatti un concorso ignorando:

  • la drastica riduzione dei finanziamenti all’istruzione
  • il gravissimo aumento degli alunni per classe anche in presenza di alunni diversamente abili
  • la riduzione dell’orario scolastico
  • la quasi totale eliminazione dai quadri orari di alcune materie che in un paese come il nostro dovrebbero essere la chiave di volta di una ri-evoluzione antropologica
  • la pesante riduzione del tempo pieno nelle scuole primarie e delle ore di laboratorio.

Il concorso? Rivisto e modificato, potrebbe essere bandito per le classi di concorso che necessitano di nuovo personale (esaurite) e solo quando ci saranno i primi abilitati con i TFA.

 

Sovrapporlo alle modalità di reclutamento già esistenti e bandirlo per classi di concorso nelle quali i docenti già ci sono, lavorano da anni e attendono solo la stabilizzazione, non è una idea accettabile: noi del Coordinamento Nazionale Lavoratori Precari della Conoscenza, con tutta la FLC CGIL, questa idea la contrasteremo in ogni modo.