Si è svolta in data 5 marzo 2021 la periodica riunione del Tavolo operativo regionale sulla scuola, istituito con il compito di monitorare la situazione epidemiologica determinata dalla diffusione del virus Sars-CoV-2 e di analizzare le problematiche delle scuole, in relazione alla stessa. Ancora una volta, si è registrata l’assenza dell’Assessorato alla
Sanità, impegnato, secondo quanto riferito dai funzionari regionali, nella stesura di provvedimenti attinenti alla gestione delle emergenze in diversi comuni della regione.

L’assenza dell’Assessorato alla Sanità non ha consentito che il confronto tra le parti si potesse svolgere sulla base di precisi dati numerici relativi all’andamento dei contagi nelle scuole del Lazio. Peraltro, la mancanza di dati è un limite ricorrente del lavoro del Tavolo operativo regionale, più volte lamentato dalle organizzazioni sindacali, che hanno finora potuto disporre di informazioni generiche, non confortate da elementi quantitativi, di cui non occorre sottolineare l’importanza ai fini della corretta percezione del fenomeno e delle pertinenti valutazioni di merito.

Non è chiaro quali siano le cause della reiterata elusione delle richieste avanzate dai sindacati. L’ipotesi più benevola è che il fine perseguito sia di evitare allarmismi, anche a costo di non favorire una più chiara consapevolezza del fenomeno, e di orientare in modo conseguente i comportamenti della popolazione laziale.

Quella malevola, che le OO. SS. rifiutano di considerare, è che lo stesso Assessorato alla Sanità non disponga dei dati richiesti, il che costituirebbe una carenza molto pesante dell’azione amministrativa e di governo della Regione, per altri versi efficace e tempestiva (si vedano da un lato la vaccinazione del personale scolastico, dall’altro l’adeguamento dei trasporti alle esigenze di funzionamento delle scuole laziali). La Regione, tramite l’Assessore Di Berardino, ha promesso – come peraltro ha già fatto più volte anche in passato – una rapida comunicazione in merito all’andamento del fenomeno epidemico già nel corso della settimana.


Al di là dei dati numerici, le OO.SS. hanno posto in rilievo:

  1. la problematica dei docenti non residenti nella Regione, alcuni dei quali non fruiscono di vaccino nella regione di provenienza, né in quella di servizio – la nostra – con grave nocumento della politica di contenimento del virus. La responsabilità di questa lacuna è certo da attribuirsi alle regioni di provenienza, che non tengono fede all’accordo sottoscritto in sede di Conferenza delle Regioni, circa la vaccinazione dei
    propri residenti. Tuttavia, in considerazione del fatto che lavorano nel sistema scolastico laziale anche docenti provenienti da regioni non limitrofe, le OO. SS. ritengono auspicabile che la somministrazione del
    vaccino, anche per evitare ulteriori interruzioni della continuità didattica, avvenga laddove il docente presta servizio;
  2. vaccinazione degli over 65. A questi docenti non viene somministrato il vaccino AstraZeneca, per la sua minore efficacia, ma neanche vaccini più indicati, non ancora disponibili. Il risultato paradossale è che i circa 4.100 docenti che costituiscono il segmento più esposto ai rischi del virus rimangono alla fine privi di copertura;
  3. la questione dei malati oncologici e del personale che non può ricevere il vaccino AstraZeneca per altre problematiche di salute, privi di copertura come gli over 65;
  4. l’opportunità di utilizzare le mascherine FFP2 nella scuola, per aumentare il livello di sicurezza in un settore con elevata potenzialità di diffusione del contagio. Le OO. SS. hanno ribadito la propria nota posizione per la quale, pur rientrando la materia nella competenza nazionale, nulla osta ad un intervento sussidiario della regione in senso migliorativo rispetto alla situazione data.

Tra i tanti temi oggetto di discussione, anche quello della costituzione delle classi per il prossimo anno scolastico 2021/22, il cui processo di definizione si avvia in questi giorni. Al momento, le classi saranno costituite con i criteri di cui al DPR 81/09, ossia con 27 alunni, eventualmente elevabili, secondo le condizioni previste dalle norme. Insomma, anche l’anno prossimo ci si avvia alla creazione delle “classi pollaio”, elemento favorevole alla diffusione dei contagi.

Nihil sub sole novum.

Roma, 6 marzo 2021