Il 19 dicembre di fronte al Rettorato dell’Università degli Studi di Roma Tre alcune dipendenti iscritte alla Cgil hanno distribuito rose rosse ai senatori accademici pronti a deliberare lo smantellamento del Sistema Bibliotecario di Ateneo. Un sistema complesso di articolazione e gestione di biblioteche di area, fiore all’occhiello della prima rettrice Biancamaria Tedeschini Lalli, e smembrato, privato delle sue autonomie decisionali e budgettarie, messo sotto lo stretto controllo del Consiglio di amministrazione. Le rose quindi come azione gentile nei riguardi di chi con brutalità cancella pezzi efficienti dello Stato per volontà di centralizzazione. “Questo Ateneo sembra aver dimenticato di quanta libertà e autonomia si nutra la produzione culturale”, sostiene Laura Rossi, segretaria della sezione locale della FLC-CGIL. “Inoltre il modo con cui questa azione si sta perpetrando, senza rispetto delle regole dello Statuto di Ateneo, parla di un capitolo di Bilancio dell’ateneo che sta per essere investito in altro. In più, contraddice quanto promesso dal rettore Pietromarchi in campagna elettorale dopo la crisi della governance che aveva portato alle dimissioni anticipate di Mario Panizza. Tutto questo in controtendenza con gli indirizzi della Crui ed i potenziamenti messi in atto da altre università”.

(fonte La Repubblica Roma)