Il 2 marzo scorso ha avuto luogo un incontro fra la Presidente, il Direttore Generale del CNR e le organizzazioni sindacali sul tema “Piano di riorganizzazione e rilancio del CNR”. All’incontro, per espressa richiesta della Dirigenza CNR, hanno partecipato anche i rappresentanti nazionali delle organizzazioni sindacali. Per la FLC CGIL quindi, oltre ai rappresentanti interni al CNR, erano presenti il Segretario Generale Francesco Sinopoli e Pino Di Lullo della Segreteria Nazionale con delega alla ricerca.

L’incontro, che la FLC CGIL auspicava potesse essere il primo momento di confronto su un tema così delicato ed importante quale la riorganizzazione del più grande Ente Pubblico di Ricerca italiano, è invece stata una semplice “informativa alle organizzazioni sindacali”, in cui la Presidente ha riproposto di fatto la presentazione fatta a Pisa il 21 febbraio scorso.

In estrema sintesi, la Presidente ha fatto una puntuale fotografia della situazione attuale del CNR dal punto di vista dell’organizzazione e del suo personale, arrivando ad un confronto con alcune Istituzioni straniere (CNRS, Max Planck, Karolinska Institute e National Research Council Canadese), che considera un modello di riferimento. È poi passata alla disamina dei dipartimenti, individuandone alcuni, quali DSU e DSB, la cui organizzazione ritiene che, alla luce della loro attuale eterogeneità, dovrebbe essere rivalutata e rivista, senza però entrare nel merito di una proposta. Sempre nel descrivere il CNR com’è, ha individuato quattro ecosistemi, definiti “Missioni”, all’interno delle quali il personale R&T potrà e dovrà trovare una propria collocazione: Infrastructures, Research Performing, Services, Industries. Lasciando intendere che, trattandosi di aree molto differenti per finalità, potranno avere anche modelli amministrativi e organizzativi differenti, anche in questo caso senza entrare nel merito di quale CNR si sta progettando né di eventuali scelte già decise.

Nel descrivere la roadmap per la riforma del CNR, la Presidente ha segnalato i 7 tavoli di lavoro (Project Management, Scientific Network, Research Areas & Asset, Research Impact Evaluation, Digital Agenda, Employees, Research and Infrastuctures), cui dal 2021 stanno lavorando Direttori degli istituti che la Presidente ha detto esplicitamente di considerare “cinghia di trasmissione” con la rete scientifica nel percorso di questo riordino. La FLC CGIL rileva che pochi fra le colleghe e i colleghi sono al corrente della esistenza di questi tavoli di lavoro e quali di questi vedono coinvolto il direttore del proprio istituto. Anche in questo caso nessun riferimento è stato fatto a quanto fin qui elaborato da quei tavoli.

Infine, dopo aver inquadrato le organizzazioni sindacali tra gli stakeholder esterni al pari delle Camere di Commercio, delle Associazioni industriali e della CRUI, la Presidente ha presentato una slide, intitolata “your opinion”, diretta alle organizzazioni sindacali, in cui limitava i temi per i quali è richiesta “l’opinione” delle organizzazioni sindacali a “benessere, tutela e sviluppo professionale dei lavoratori”.

La posizione della FLC CGIL è stata chiaramente espressa dal suo Segretario Generale che intervenendo ha ribadito che la FLC CGIL non è un mero stakeholder esterno, ma rivendica il ruolo di attore e interlocutore interno cui non intende abdicare, in quanto rappresentante di tante lavoratrici e lavoratori dell’Ente. Per questo ha chiesto con forza un serio e costruttivo confronto nella elaborazione delle proposte in merito a tutti i temi del riordino nell’interesse di tutto il CNR.

Dobbiamo stigmatizzare il fatto che al termine della presentazione, oltre agli interventi dei segretari nazionali delle sigle presenti, non sia stato lasciato alcuno spazio per alcuna interlocuzione con le organizzazioni sindacali interne sui temi del riordino. La FLC CGIL ritiene grave che l’Amministrazione abbia voluto perdere questa che avrebbe dovuto essere un’occasione per cominciare ad affrontare le principali problematiche finora emerse.

La FLC CGIL chiede l’avvio di un confronto serio con il personale e con le organizzazioni che lo rappresentano, con l’obbiettivo di ridisegnare un ente di ricerca moderno, in grado di contribuire allo sviluppo del paese con una visione il più possibile condivisa da chi del CNR è quotidianamente attore. Vogliamo tutti un CNR che continui ad essere una risorsa per il Paese.