Democrazia al lavoro: piattaforma manifestazione nazionale 25 ottobre 2025

Democrazia al lavoro: piattaforma manifestazione nazionale 25 ottobre 2025

Da www.cgil.it

Aumentare salari e pensioni –  Contrastare la precarietà e il lavoro povero – Finanziare sanità, istruzione, servizi pubblici – Investire nelle politiche industriali e nella transizione energetica, ecologica e tecnologica.

Il mix micidiale di guerre guerreggiate e guerre commerciali

Le guerre guerreggiate – a partire dal genocidio della popolazione palestinese sino al sanguinosissimo conflitto in Ucraina – anziché essere fermate, si inaspriscono e rischiano di allargarsi fino alle conseguenze più estreme e irreversibili. Al contempo, la guerra commerciale scatenata dall’Amministrazione Trump contro l’Europa da minaccia si è trasformata in realtà, a causa dell’arrendevolezza della Commissione e dei Governi europei, a partire da quello italiano.

La realtà economica e sociale non è quella decantata dal governo

Il PIL è allo “zero virgola”; la domanda interna ristagna; i dazi mettono a rischio export, lavoro, sicurezza energetica; la produzione industriale cala da 3 anni; il mercato del lavoro cresce solo tra gli over 50: non sono nuovi posti di lavoro ma l’effetto della legge Fornero, mentre povertà lavorativa, precarietà, lavoro nero e sommerso colpiscono oltre 6 milioni di lavoratrici e lavoratori, diminuiscono le ore lavorate e aumenta il ricorso alla Cigs; l’evasione fiscale e contributiva è a oltre 82 miliardi annui; le diseguaglianze sociali e i divari territoriali aumentano, mentre il 50% della ricchezza nazionale è nelle mani del 5% più ricco della popolazione; 100.000 giovani emigrano dal nostro Paese ogni anno.

Austerità a carico di lavoro e pensioni per finanziare la corsa al riarmo

Lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati hanno subito un brutale impoverimento a causa di un’inflazione da guerra e da profitti (18,6% cumulata tra il 2021 e il 2024), neanche lontanamente recuperata. Oltre al danno, la beffa: chi vive di reddito fisso ha anche subito un drenaggio fiscale nel 2022/2024 per circa 25 miliardi di euro di maggiore IRPEF (oltre 1.000 euro per i redditi tra 27.000 e 30.000 euro lordi), che non sono stati né restituiti né reinvestiti in sanità, istruzione, servizi, investimenti; ma utilizzati per fare ancor più austerità (riportando il rapporto deficit/pil intorno al 3% già nel 2025, e non nel 2026 come richiesto dall’UE) allo scopo di indebitare ulteriormente il Paese per aumentare le spese in armi. Il piano di riarmo dell’UE e l’impegno assunto in sede NATO per portare la spesa militare al 5% del pil entro 10 anni, avallati dal Governo Meloni, equivalgono per l’Italia a passare da 45 miliardi nel 2025 a oltre 146 miliardi annui nel 2035. Nei prossimi dieci anni, l’Italia spenderà, complessivamente, quasi 964 miliardi per il riarmo. Una montagna di risorse che verrà sottratta a uno stato sociale sempre meno pubblico e universalistico, ai salari e alle pensioni, alle politiche industriali e agli investimenti indispensabili per invertire il declino, creare lavoro di qualità, innovare e rilanciare il nostro sistema produttivo.

PER DIRE NO ALL’AUSTERITÀ E AL RIARMO,
PER COSTRUIRE UN’ECONOMIA DI PACE FONDATA SUL LAVORO, SULLA DEMOCRAZIA, SULLA GIUSTIZIA SOCIALE E AMBIENTALE, SULL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA

MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA IL PROSSIMO 25 OTTOBRE 2025 – Appuntamento in piazza della Repubblica alle 13:30, per il corteo fino a piazza San Giovanni in Laterano.

PER CAMBIARE UNA POLITICA ECONOMICA E SOCIALE PROFONDAMENTE INGIUSTA E CONTROPRODUCENTE, PER SOSTENERE, IN VISTA DELLA LEGGE DI BILANCIO 2026, UN’ALTRA AGENDA SOCIALE CON LE SEGUENTI PRIORITÀ:

  • fermare la corsa al riarmo e portare avanti un concreto impegno per la pace
  • prendere i soldi dove sono: extraprofitti, profitti, rendite, grandi ricchezze, evasione fiscale e contributiva; stop a flat tax, condoni, sanatorie e concordati
  • finanziare e investire su sanità, istruzione, politiche per la non autosufficienza e la disabilità, politiche abitative, politiche sociali, trasporto pubblico, un piano straordinario per l’occupazione nei settori pubblici
  • restituire a lavoratori e pensionati il drenaggio fiscale già subìto, e neutralizzare quello futuro indicizzando all’inflazione sia gli scaglioni che le detrazioni Irpef e anche le soglie ISEE, esenzioni
  • rinnovare tutti i CCNL pubblici e privati per aumentare il potere d’acquisto, con detassazione degli incrementi contrattuali e penalizzazioni (esclusione dagli incentivi aziendali) per i contratti non rinnovati
  • salario minimo legale, legge sulla rappresentanza, equo compenso per il lavoro autonomo e professionale senza le limitazioni dell’attuale normativa
  • tutelare la salute e sicurezza nel lavoro; contrastare precarietà, lavoro povero, sommerso e sfruttamento lavorativo; cambiare il sistema degli appalti, contrastare i sub-appalti; riformare la legislazione sul lavoro per mettere al centro il lavoro stabile, sicuro, tutelato
  • piena rivalutazione delle pensioni, rafforzamento ed estensione della quattordicesima;
  • superare la legge Fornero; introdurre una pensiona contributiva di garanzia per giovani, precari e discontinui; garantire il riconoscimento dei lavori gravosi, usuranti e di cura; congelare l’aumento automatico di tre mesi dell’età pensionabile previsto dal 2027; parificare le condizioni di accesso al TFR/TFS e rivedere i tagli alle aliquote di rendimento per i dipendenti pubblici
  • cambiare la legislazione sull’immigrazione a partire dall’abolizione della legge Bossi-Fini; garantire certezza di diritti per gli ingressi per lavoro; realizzare efficaci processi d’integrazione e la piena partecipazione attraverso i diritti di cittadinanza;
  • investimenti e politiche industriali per i settori manifatturieri, il terziario e i servizi per contrastare le delocalizzazioni, difendere l’occupazione (anche attraverso ammortizzatori universali modello Sure e il divieto di licenziamenti), creare nuovo lavoro di qualità, realizzare la transizione energetica, ambientale e tecnologica del sistema produttivo
  • investimenti, infrastrutture e una vera strategia di sviluppo per il Mezzogiorno

PROSEGUIRE SULLA STRADA IMBOCCATA DAL GOVERNO PEGGIORERÀ LE CONDIZIONI MATERIALI DI VITA E DI LAVORO DELLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DELLE PERSONE – A PARTIRE DA LAVORATORI, PENSIONATI, GIOVANI, DONNE – E PORTERÀ A SBATTERE IL NOSTRO PAESE.

MOBILITIAMOCI PER LA PACE, LA DEMOCRAZIA, IL LAVORO, PER CONQUISTARE UN ALTRO MODELLO DI SVILUPPO SOCIALMENTE E AMBIENTALMENTE SOSTENIBILE

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