In Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il Decreto Legge 132 del 29 settembre 2023 inerente le Disposizioni urgenti in materia di proroga di termini normativi e versamenti fiscali. Approfondisci.
Sono due gli articoli di particolare interesse che riguardano la scuola, entrambi molto attesi dagli interessati per vedersi restituire quelle garanzie che sembravano sfumare.

Lavoro agile per i lavoratori fragili

All’art.8 del decreto è stata inserita la proroga che permette ai lavoratori e alle lavoratrici fragili del pubblico impiego di beneficiare del lavoro agile fino al 31 dicembre 2023, termine in precedenza fissato al 30 settembre. Questo provvedimento rimuove una intollerabile discriminazione prevista dalla norma precedente, secondo cui il diritto di accesso allo smart working era garantito solo ai dipendenti privati.

È bene ricordare che i lavoratori fragili sono quelli esposti a maggior rischio-contagio, individuati con certificazione medica attestante le patologie e le condizioni di cui al Decreto legge 24 dicembre 2021, n. 221 all’art. 17, comma 2 e, nello specifico, dal decreto 4 febbraio 2022, ai quali è consentito svolgere la prestazione in modalità agile, “anche attraverso l’adibizione a diversa mansione compresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi di lavoro vigenti, senza alcuna decurtazione della retribuzione”.  

Il secondo periodo del comma 1 dell’art.8 integra, con un chiarimento preciso, l’utilizzo dei docenti specificando che la loro prestazione in modalità agile sarà relativa ad attività di supporto all’attuazione del PTOF.

Pagamento supplenze brevi e saltuarie

Con l’art.10 c.2 del decreto vengono stanziati 55,6 milioni di euro fino al 31 dicembre 2023 per “consentire il tempestivo pagamento dei contratti di supplenza breve e saltuaria del personale scolastico”.

Il ministro, sul sito istituzionale, evidenzia come questa costituisca una delle “azioni migliorative delle condizioni economiche del personale scolastico” buon proposito sul quale come FLC CGIL conveniamo, fermo restando che rimunerare il lavoro prestato non è “costante attenzione” bensì ottemperare all’art.36 della Costituzione che riconosce al lavoratore il diritto alla retribuzione.

Auspichiamo sia una sincera inversione di tendenza rispetto alla prassi consolidata di lasciare i supplenti senza stipendio per mesi, affinché si intenda risolvere con priorità un fenomeno presente da anni e che ha implicazioni gravissime per i lavoratori docenti/Ata e le loro famiglie.

Che il governo e il Ministero dell’Istruzione e del Merito siano dei cattivi pagatori è cosa nota e da noi denunciata di continuo: servono impegno e responsabilità e non iniziative sporadiche che non risolvono un problema cronico diventato “sistema”, e ne è prova il ritardo del pagamento sugli straordinari delle attività aggiuntive svolte per attuare il progetto di istituto e per le commissioni dell’esame di stato dello scorso anno scolastico.