Il prossimo 30 Aprile ricorre il trentesimo anniversario dalla scomparsa
di Pio La Torre e del suo collaboratore Rosario Di Salvo, uccisi per mano
mafiosa a Palermo nel 1982. La Torre, prima che deputato comunista, fu per
lunghi anni sindacalista della Federterra, responsabile giovanile della
CGIL a Palermo e Segretario Regionale della Confederazione. Si battè a
lungo per l’applicazione della riforma agraria e per l’equa distribuzione
delle terre incolte, per questo motivo patì le sofferenze di un’ingiusta
reclusione all’Ucciardone di Palermo. Fu proprio Pio La Torre a sostituire
Placido Rizzotto come segretario della Camera del Lavoro di Corleone nel
1948, a soli 21 anni.
La Torre diede impulso determinante nell’opera di denuncia del fenomeno
mafioso, dando un contributo fondamentale al lavoro della commissione
parlamentare d’inchiesta sulla mafia siciliana (1962 -1976), essendo
inoltre tra i principali estensori (con il magistrato Terranova, anch’egli
vittima di mafia) della relazione di minoranza che denunciò
l’infiltrazione mafiosa nella gestione dei lavori pubblici durante gli
anni del “sacco” di Palermo. Sin dalla metà degli anni ’70, a
margine dei lavori della commissione parlamentare, La Torre propose
importanti modifiche legislative diventate legge solo dopo la sua morte
(Legge Rognoni/La Torre). I capisaldi dell’intervento legislativo voluto
da Pio La Torre sono contenuti nell’art 416bis del c.p. (reato di
associazione mafiosa) e nell’intuizione di sottrarre i patrimoni illeciti
alle mafie, su cui oggi sono impegnate decine di associazioni e
cooperative . Senza l’impegno e il martirio di Pio La Torre sarebbe stato
impossibile perseguire tutti i vertici mafiosi. Solo
grazie alle sue proposte di legge, validi magistrati del calibro di
Caponnetto, Falcone e Borsellino poterono istruire il cosiddetto
maxiprocesso (1986). Tuttora il complesso delle norme antimafia che
garantiscono la repressione e la prevenzione della criminalità organizzata
sono ispirati alla sua produzione normativa, che si è dimostrata col
passare del tempo lungimirante e profondamente innovativa.
Proprio per questo motivo, a distanza di trent’anni, per un sindacato come
la CGIL è fondamentale tenere vivo il ricordo di Pio La Torre, del suo
impegno antimafia, ma anche del suo impegno di sindacalista al fianco dei
braccianti e dei contadini, di meridionalista convinto e di pacifista
esemplare.