Benché l’Amministrazione non abbia puntualmente precisato il numero dei posti vacanti per il profilo di Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA), è realistica una valutazione di circa un centinaio di scuole a livello regionale prive della figura apicale del settore amministrativo. Posti che, occorre sottolineare, non saranno coperti, come di consueto, tramite l’utilizzazione di assistenti amministrativi facenti funzione, a causa della rinunce che conseguono alla mancata stabilizzazione dei lavoratori che hanno garantito, in questi anni, lo svolgimento di tale funzione. La decisione del Ministero di non prevedere una procedura destinata agli assistenti amministrativi facenti funzione, spesso privi della laurea specifica prevista dal nuovo ordinamento, ha portato, come conseguenza, l’indisponibilità degli stessi a ricoprire un incarico di cui è ormai acclarata la mancanza di prospettive.

Al vuoto professionale che si è così determinato, alcune scuole tentano di reagire facendo ricorso a personale laureato che si è messo a disposizione, con il possesso, sì, il titolo previsto per il ruolo che aspira a ricoprire, ma totalmente privo di esperienza del settore scolastico, e, talvolta, di qualsiasi esperienza lavorativa, con le conseguenze che si possono facilmente immaginare in termini di funzionalità ed efficienza del servizio scolastico, in un anno delicato e cruciale come quello che si è appena aperto.

Ancora una volta, la scuola subisce gli effetti di una sorda volontà di autosufficienza da parte del Ministero, che non ha inteso riconoscere le ragioni e i meriti di chi ha materialmente assicurato la funzionalità delle istituzioni scolastiche nei lunghi anni nei quali l’Amministrazione ha omesso di dare attuazione al dettato contrattuale.

Né la situazione potrà migliorare il prossimo anno, a concorso (si spera) terminato, poiché le assunzioni non saranno tali da consentire di colmare i vuoti di organico

Uno scenario ampiamente prevedibile, più volte denunciato dalle organizzazioni sindacali che, purtroppo, ancora una volta sono rimaste inascoltate.

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