E’ comprensibile, data la rarità con cui vengono compiuti controlli nelle strutture per l’infanzia di Roma, che le ispezioni a tappeto avviate pochi giorni fa dalla polizia di Roma Capitale negli asili nido privati autorizzati dell’VIII Municipio facciano notizia!
Gli esiti delle verifiche, le tante irregolarità riscontrate, non ci stupiscono.
Da anni la FLC CGIL – che come tutta la CGIL è impegnata a difendere la legalità su tutti i fronti – denuncia  l’annidarsi di lavoro nero e irregolare, il mancato rispetto dei contratti nazionali, l’assenza o l’opacità dei controlli da parte degli organismi comunali in particolare negli asili nido autorizzati e nelle altre tipologie cosiddette “sperimentali” o “integrative” della città.
D’altra parte come potrebbe essere altrimenti? Nel Comune di Roma, l’apertura di un asilo nido o di una ludoteca ai fini della sola autorizzazione ad operare richiede vincoli minimali, basati anche su autocertificazione, spesso esistenti solo sulla carta o limitati al primo giorno di apertura e non più verificati, ciò diversamente da quanto avviene per le strutture convenzionate, cui sono richieste garanzie molto più impegnative.
Probabilità di controlli alquanto remota, nessun obbligo di applicare i contratti collettivi di lavoro al personale, sempre soggetto al ricatto occupazionale, determinano un’offerta pedagogica di qualità spesso molto bassa  e condizioni delle quali, non va dimenticato, prime vittime  sono i bambini e le operatrici.
Ciò che invece dovrebbe far riflettere è che i controlli in questione sarebbero stati attivati a seguito di esposti presentati da utenti e da personale,  attivati quindi non dall’VIII Municipio, non dal Dipartimento Servizi educativi e scolastici del Comune di Roma o dall’Assessore alla Scuola e alla Famiglia De Palo, il quale anzi  si è affrettato a marcare un distinguo tra nidi comunali o convenzionati e queste strutture: ma le migliaia di bambini che le frequentano, le lavoratrici e lavoratori che vi operano non sono cittadini anch’essi? Non hanno diritto a vedersi garantita qualità del servizio e del lavoro come gli altri visto che questi servizi sono autorizzati dalla stessa amministrazione comunale?
Una cosa è certa: se verrà approvata la proposta di nuova Legge Quadro regionale sugli asili nido,  queste condizioni non potranno che  peggiorare: non solo a causa dell’innalzamento del rapporto educatrici/bambini e spazi/bambino ma, per quanto riguarda l’intervento dei soggetti privati, dell’assenza nel testo  all’esame di  qualsiasi riferimento al rispetto e all’applicazione dei CCNL di categoria, alla mancanza di una regolamentazione delle gare di affidamento in appalto degli asili nido, di una previsione di vigilanza e sanzioni e dell’obbligo della formazione. Insomma, la qualità dell’offerta pedagogica e quella del lavoro non sono una priorità!