A distanza di settimane, nessuna apertura, nessuna mediazione, nessun passo in avanti da parte dell’Amministrazione per cercare di dare risposte al personale della Scuola rimasto senza atto negoziale per il rinnovo del contratto e senza risorse per aumenti a tre cifre come promesso dallo stesso Ministro. Proclamato lo sciopero della scuola il 10 dicembre. Concentramento a Piramide, Roma, alle 10.30. Ci dirigeremo insieme verso il Ministero dell’Istruzione.

Cinque temi cruciali posti dalle segreteria e di FLC CGIL, UIL Scuola, Snals-Confsal e Gilda Unams ai quali non è stata data risposta ‘politica’ ma ‘tecnica’. Cercheremo risorse – affermano dal ministero – ma non definiscono né capitoli di spesa, né possibili incrementi.

Intendiamo tornare a fare riunioni – aggiungono dal MI – che ora sono sospese. Ma nessuna soluzione normativa, nemmeno a costo zero, viene presentata – osservano i quattro sindacati scuola.

Chiediamo ‘risorse’ e riceviamo ‘tavoli’. Servono segnali concreti non aperture di dialogo – hanno commentato i segretari – perché il dialogo con il Ministro è sempre stato franco e aperto e non è mai stato interrotto, ma ora servono misure che diano valore alla scuola, dignità professionale al personale.

Questi i temi posti al centro della decisione dei quattro sindacati scuola di procedere con la mobilitazione di tutta la categoria.

  1. Rinnovo contrattuale
    Sia rispetto al comparto della pubblica amministrazione sia rispetto al comparto Scuola, Università e Ricerca, solo la scuola è ancora senza atto di indirizzo all’ARAN. Nessun tavolo negoziale è stato avviato, né risorse adeguate sono state inserite nella Legge Finanziaria all’esame del Parlamento.

    La richiesta – anche alla luce degli investimenti strutturali previsti nel PNRR – è di un adeguato riconoscimento del lavoro delle persone che andranno a realizzare, a rendere concretamente praticabili quelle misure.

    Un rinnovo contrattale dignitoso, in linea con i rinnovi che si vanno delineando per la PA. Il divario stimato è di circa 350 euro tra scuola e settori dell’amministrazione con requisiti equivalenti.

    Se guardiamo a quello che sarà l’impatto delle risorse stanziate il quadro è desolante: 87 euro di aumento previsto a cui si potranno aggiungere 12 euro, e non per tutti, finalizzati sulla base della ‘dedizione’.
    Finalizzazione basata su una norma che allude ad un criterio sorprendente, quanto inedito – quello della dedizione – deciso in Legge di Bilancio.
    Incursione legislativa su materie che sono di stretta competenza negoziale.
     
  2. Organico Covid
    L’organico di emergenza utilizzato in pandemia per garantire le misure di sicurezza nelle scuola e per sdoppiare le classi troppo numerose. Per questo organico sono previste risorse solo per il personale docente, non per il personale ATA.
     
  3. Classi troppo numerose
    Un tema così sensibile, che con il perdurare della situazione di emergenza sanitaria, appare non più rinviabile, che doveva portare ad una riduzione di alunni per classe, non solo nei grandi centri urbani ma su tutto il territorio nazionale avviene a organico invariato, con una distribuzione interna.
     
  4. Misure a costo zero disattese
    Le misure legate a situazioni professionali come quella dei dirigenti amministrativi facenti funzione, o attinenti al lavoro del personale come il blocco della mobilità per legge, invece che regolato per contratto, sono due esempi di misure che possono essere prese a costo zero.
     
  5. Precariato
    Quello legato al personale precario è un obiettivo sul quale nessun confronto è stato aperto. Il Patto per la Scuola sottoscritto ad aprile contiene misure che vanno in tale direzione ma a questo Patto non è mai stato dato seguito.
FLC CGIL
Francesco Sinopoli
UIL Scuola RUA
Giuseppe Turi
SNALS Confsal
Elvira Serafini
GILDA Unams
Rino Di Meglio