27 gennaio, Giornata della Memoria: riprendiamo in forma integrale l’introduzione all’articolo “La memoria collettiva e l’educazione alla giustizia“, pubblicato su Articolo33, la nostra casa editrice per la scuola, l’università, la ricerca, la formazione professionale e l’alta formazione artistica e musicale.

Solo un anno fa, in occasione del 27 gennaio, parlavamo di corto circuito di memoria.

Un corto circuito che a che fare con la coscienza collettiva, la cui forza vacilla e non solo in occasione del Giorno della Memoria.

L’attualità ci dà modo di riflettere continuamente sul perchè è fondamentale l’esercizio alla memoria, sul perché non si può dimenticare.

La guerra, l’ennesima, che da un anno sta spazzando via interi quartieri, intere città, intere storie.

La proposta di un “blocco navale” per proteggere il nostro paese “dall’ invasione” dei migranti.

Episodi come quello accaduto nella Capitale solo ieri, 25 gennaio, quando tra piazza Vescovio e il quartiere Trieste, ma anche a Talenti, Montesacro e al Tufello sono comparsi su saracinesche e segnali stradali adesivi raffiguranti Hitler con la storica maglia della Roma. Una vicenda che, tra l’altro, ci riporta indietro al 2017, quando alcuni tifosi laziali usarono sticker antisemiti contro i rivali della Curva Sud. In quell’ occasione sulla maglia della Roma era stato applicato il volto di Anna Frank.

La nostra rivista online propone quest’anno un approfondimento sull’insidioso dibattito che gira intorno alla ritualità di una ricorrenza come quella del Giorno della Memoria, partendo proprio da notizie di attualità come queste per arrivare ad argomentare di come non solo l‘esercizio alla memoria ma anche quello alla giustizia possa rappresentare una possibilità di preservazione del ricordo di quello che è stato.

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