Nonostante il tempo trascorso, il lavoro svolto dai colleghi del servizio CRS e alcune proposte che potevano sembrare innovative e in linea con quanto stabilito nell’ultimo PIAO, ovvero un lavoro agile “evolutivo”, che almeno in alcune circostanze superasse il concetto di prevalenza del lavoro “in presenza”, si è arrivati alla fine dell’anno senza sostanziali novità e con una piccola proroga al 28 febbraio.
Il lavoro agile rimane regolato come ora, prolungando di due mesi gli attuali accordi individuali.
Il telelavoro speciale resta come adesso, così come la tutela dei lavoratori fragili. Su nostro sollecito quindi è stata rinnovata la possibilità di non rientrare in presenza anche per i telelavoratori speciali.
Il telelavoro ordinario rimane sostanzialmente come adesso anche se in una fase di transizione verso il lavoro da remoto. Non è chiaro se i telelavoratori ordinari che risultano anche fragili debbano o meno rientrare nei giorni previsti o se – come da noi richiesto – potranno fruire del codice 604, come appare logico. Leggendo le disposizione, sembrerebbe che di fatto i telelavoratori continueranno in tutto e per tutto a regolarsi come prima, perdendo il diritto ai 15 euro di rimborso spese (già scarsissimo) mensile!
Il lavoro da remoto sarà allargato ad altre fattispecie rispetto a quelle attuali (i lavoratori a turno) e prevederà 3 rientri a settimana, o 2 in alcuni casi (che dovrebbero corrispondere alle condizioni utili per il telelavoro), dal 1° marzo. Le attività che prevedono il lavoro da remoto, secondo l’amministrazione, dovranno essere decise dalle direzioni. A nostro parere la richiesta dovrebbe partire dai lavoratori.
Dal 1° gennaio con il lavoro da remoto sarà possibile fruire del buono pasto, ma non è chiaro a quali condizioni e in che modo. Ai turnisti, che usano il timbratore virtuale da mesi, dovrebbe secondo noi essere riconosciuto retroattivamente, anche perché è stata prevista da settembre la pausa pranzo di almeno 30 minuti!
Ricordiamo che la differenza sostanziale tra lavoro agile e lavoro da remoto è che il primo non ha vincoli orari, né di sede di lavoro, mentre il secondo prevede precisi vincoli orari e una postazione di lavoro fissa. Il telelavoro – come attuato dall’Istat per molti anni – è finora stato con sede fissa e senza vincoli orari. L’amministrazione – anche in linea con quanto previsto dalle linee guida di Funzione pubblica – vorrebbe assimilare il telelavoro al lavoro da remoto, ma ancora con le idee confuse. Secondo noi sarebbe meglio utilizzare le “forme evolutive” di lavoro agile, per superare eventualmente il telelavoro come finora conosciuto.
Insomma al momento poche novità e quelle poche che ci sono non sono ben definite. Entro il 28 febbraio è necessario attivare le procedure di contrattazione e confronto per definire un lavoro agile, un telelavoro e un lavoro da remoto con regole chiare e condivise.