Crescono il dissenso e la mobilitazione contro la norma introdotta dal Decreto Legge 36/22 che prevede la cancellazione della mobilità nazionale per i lavoratori dell’AFAM, trasformata in mobilità effettuata mediante (eventuali) bandi di istituto. La FLC CGIL ha già avuto modo di esprimere la propria posizione considerandola una scelta sciagurata nel merito e nel metodo, calata dall’alto con un emendamento approvato in VII Commissione del Senato e poi ratificato da Camera e Senato senza nessun confronto.

Nelle settimane scorse è partita dal Coordinamento dei docenti AFAM una raccolta firme su una petizione per il ripristino del diritto alla mobilità. In poche settimane, l’iniziativa ha raggiunto numeri davvero notevoli. È un chiaro segnale della disapprovazione di una parte ampia del mondo AFAM sia del metodo con cui si è arrivati a questa scelta, che del merito, che rischia creare di gravi problemi soprattutto a coloro che utilizzano una parte cospicua del proprio stipendio per spese di viaggi, vitto e alloggio.

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Nei giorni scorsi i promotori hanno chiesto il sostegno all’iniziativa delle organizzazioni sindacali. Questa la risposta del Segretario Generale Francesco Sinopoli

Gent.mi,

come FLC CGIL condividiamo pienamente i contenuti della petizione da voi promossa e che in breve tempo ha ricevuto un’adesione altissima, tenuto conto delle dimensioni dell’Afam.
Oltre alle questioni di merito, l’intervento sulla mobilità contenuta nel decreto legge 36/22 è grave nel metodo. In maniera autoritaria viene regolata per legge una materia da sempre oggetto di solide relazioni sindacali, utilizzando, peraltro, un provvedimento legato al PNRR che nulla ha a che vedere con l’attuazione della riforma dell’Afam.
Tale intervento, inoltre, prefigura chiaramente un orientamento verso un’autonomia spinta e competitiva di cui l’afam non ha alcun bisogno e che accrescerà disparità e diseguaglianze.
Alla luce di queste considerazioni firmeremo con convinzione questa petizione e chiederemo a tutte/i di fare altrettanto.
Cordiali saluti

È possibile sottoscrivere la petizione a questo link.

Di seguito il testo del documento

Raccolta firma per il ripristino del diritto alla mobilità di chi opera nell’istituzione dell’alta formazione artistica e musicale.

È entra in vigore il 30 giugno 2022 la norma che prevede la cancellazione della mobilità come diritto di chi lavora nelle istituzioni Afam statali. In base a tale norma la mobilità sarà solo un eventuale opportunità che potrà essere esercitata se la singola istituzione intenderà adottare un apposito bando. In poche righe la mobilità viene sottratta quasi per intero dalla contrattazione nazionale e la richiesta di trasferimento diventa a tutti gli effetti una nuova procedura di assunzione in un’altra amministrazione.
L’eliminazione della mobilità nazionale avrà significative conseguenze su tutti coloro che a fronte di uno stipendio inadeguato spendono buona parte della retribuzione per spostamenti e pernottamenti. Per questi colleghi all’eliminazione di un diritto, si aggiungeranno pesanti ricadute sulle condizioni di vita personale e familiare.
Questa norma è stata approvata nella legge di conversione di un decreto legge applicativo del PNRR. Utilizzare un decreto legge, uno strumento costituzionalmente delicato che, con le sue procedure e i suoi tempi stretti di confronto, impedisce una valutazione appropriata nelle Camere e nel paese, è in generale discutibile. Intervenire su un tema come il diritto alla mobilità nell’Afam, lo è in modo evidente.
Alla luce di queste considerazioni chiediamo

  • La cancellazione della norma sulla mobilità introdotta nel decreto legge 36/22 (art. 14 comma 4-ter, lettera b), punto l-bis)
  • Il ripristino della mobilità nazionale nell’Afam
  • La regolazione della mobilità nel CCNL del comparto Istruzione e Ricerca sezione Afam