All’indomani della pubblicazione del “Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2 marzo 2021, articolo 43 – alunni con bisogni educativi speciali e degli alunni con disabilità” la FLC CGIL, riscontrate alcune criticità e facendosi interprete delle difficoltà di attuazione delle disposizioni in essa contenute, ha immediatamente inviato al Direttore Generale per lo Studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico una richiesta di chiarimenti e incontro urgente sulle questioni più problematiche, segnalando in particolare che:

  • l’autorizzazione alla frequenza di alunni “non certificati” nelle cosiddette zone rosse costituisce un atto non espressamente previsto dal DPCM del 2 marzo né dai precedenti provvedimenti e comporta margini di discrezionalità che, in assenza di norme di riferimento e quindi di specifici protocolli sanitari adeguati alla situazione di allarme, ricadono impropriamente sulla responsabilità dei dirigenti scolastici;
  • in base a quanto stabilito per le zone rosse dall’ultimo DPCM, che sospende l’attività didattica in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado, la frequenza di alunni “non certificati” sarebbe affidata, in assenza di precise disposizioni, alla volontarietà delle famiglie, a cui si attribuisce la responsabilità di scegliere se partecipare o meno e quindi la fattibilità dei progetti di inclusione.

Siamo tuttora in attesa di risposta e di un’eventuale convocazione da parte del Ministero dell’Istruzione.

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Roma, 16 marzo 2021

Al dott. Antimo Ponticiello
Direzione generale per per lo studente, l’integrazione e la partecipazione
Ministero Istruzione

Oggetto. Nota protocollo n.662 del 12.03.2021. Attività in presenza alunni con disabilità e BES. Richiesta chiarimenti e incontro urgente

In riferimento alla nota n.662 del 12 marzo 2021, avente per oggetto “Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2 marzo 2021, articolo 43 – alunni con bisogni educativi speciali e degli alunni con disabilità”, che invita le scuole ad adottare soluzioni per un’effettiva inclusione degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, previa “un’attenta valutazione dei singoli casi, contemperando le esigenze formative […] con le fondamentali misure di sicurezza richieste dal DPCM a tutela del diritto alla salute”, rileviamo favorevolmente che:

  • si ribadisce che le attività in presenza di cui all’oggetto non costituiscono un automatismo, bensì un’opportunità finalizzata all’effettiva inclusione scolastica;
  • si richiamano le prerogative delle autonomie scolastiche e, di  conseguenza,  degli  organi  collegiali in materia di progettazione organizzativa e didattica.

Nel contempo segnaliamo alcune difficoltà di attuazione  delle  indicazioni  contenute  nella  nota,  relative soprattutto alla possibilità di “coinvolgere nelle attività in presenza anche altri alunni  appartenenti alla stessa sezione o gruppo classe”. In particolare:

  • l’autorizzazione alla frequenza di alunni “non certificati” nelle cosiddette zone rosse, che costituisce un atto non espressamente previsto dal DPCM del 2 marzo né dai precedenti provvedimenti, comporta margini di discrezionalità che, in assenza di  norme  di  riferimento  e  quindi  di  specifici protocolli sanitari adeguati alla situazione di allarme, non possono ricadere sulla responsabilità dei dirigenti scolastici;
  • in base alle disposizioni per le zone rosse, che sospendono l’attività didattica in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado, la frequenza di alunni “non certificati” non può essere affidata alla volontarietà delle famiglie, a cui sembrerebbe attribuirsi la responsabilità di scegliere se partecipare o meno.

Consapevoli delle criticità della fase e della delicatezza del tema in oggetto, ritenendo che sia necessario garantire a tutti gli alunni il diritto allo studio e all’inclusione scolastica nel pieno rispetto di protocolli di sicurezza adeguati alla situazione delle singole regioni e delle prerogative degli organi collegiali, chiediamo un incontro urgente per cercare insieme soluzioni alle problematiche esposte.