Questa mattina studentesse e studenti universitari sono entrati in Consiglio Regionale durante la discussione in aula mostrando uno striscione e protestando per la mancata calendarizzazione e approvazione della Legge Regionale sul Diritto allo Studio.

“Riteniamo inaccettabile che da oltre 4 anni l’ente per il diritto allo studio Laziodisu sia commissariato – dichiara Francesco Pellas, coordinatore di Link Roma – da allora gli studenti sono privi di una loro rappresentanza e di qualsiasi capacità di poter far sentire la propria voce, di decidere delle proprie borse di studio, dei propri posti alloggio e delle proprie vite.

“Dal 2015 è in discussione una Legge Regionale sul diritto allo studio – prosegue Pellas – e come sindacato universitario abbiamo presentato mesi e mesi fa proposte di modifica che in molti casi sono state accolte, come gli emendamenti sull’impegno a stanziare misure compensative per redditi medio-bassi che non riescono ad accedere al concorso o emendamenti sulle misure di supporto a studenti che intraprendono percorsi di specializzazione, a cavallo tra formazione e lavoro. Tuttavia la Legge ad oggi è ancora lettera morta e non è stata ancora approvata!”

Oltre al ritardo nell’approvazione della Legge Regionale sul diritto allo studio gli studenti protestano anche per la mancata copertura degli idonei non beneficiari di borsa di studio nel Lazio.

“Ad oggi ci sono ancora oltre 10.000 idonei non beneficiari di borsa di studio – dichiara Simone Scala, di Link Roma – studenti che avrebbero diritto a una borsa di studio ma non ne usufruiscono a causa della carenza di fondi, costretti quindi troppo spesso a sopperire di tasca propria alle spese universitarie perché in attesa della borsa da molti mesi.”

“Ma adesso non ne possiamo più, il tempo è scaduto! – conclude Pellas – Vogliamo che il Consiglio Regionale approvi la Legge Regionale sul Diritto allo Studio al più presto possibile e che si impegni fin da subito a coprire le migliaia e migliaia di studenti idonei non beneficiari di borsa di studio che da troppi mesi oramai stanno aspettando un loro diritto!”