Aumenti salariali previsti: cifre troppo basse rispetto all’inflazione
Nella riunione del 26 marzo 2025, ARAN e sindacati hanno esaminato i fondi destinati al rinnovo contrattuale. Le risorse disponibili derivano esclusivamente dalle leggi di bilancio approvate negli anni scorsi, garantendo un incremento delle retribuzioni del 5,78% a partire dal 2024, con un ulteriore 0,22% dal 2025 per il salario accessorio, per un totale complessivo del 6%.
Nel dettaglio, gli aumenti medi mensili previsti sono:
- 142 euro per il settore Scuola
- 141 euro per il settore Università
- 173 euro per il settore Afam
- 211 euro per il settore Ricerca
Questi importi, però, risultano nettamente insufficienti. Con un’inflazione che nel triennio di riferimento ha superato il 17%, servirebbe un incremento di almeno 400 euro al mese per garantire stipendi adeguati.
Il problema dell’anticipazione: aumenti reali ridotti al minimo
Un ulteriore problema è che quasi il 60% di questi aumenti è già stato erogato come indennità di vacanza contrattuale maggiorata (circa 80 euro mensili in media). Questo significa che, una volta chiusa la trattativa, i lavoratori percepiranno effettivamente poco più di 60 euro medi al mese di aumento.
Di fronte a questa prospettiva, la FLC CGIL ribadisce la sua determinazione nel proseguire la battaglia per ottenere risorse aggiuntive, necessarie a compensare la perdita di potere d’acquisto subita dai lavoratori del comparto.
Un contesto allarmante per i salari pubblici
Secondo dati diffusi dall’OIL-ILO, dal 2008 ad oggi gli stipendi reali dei lavoratori italiani sono diminuiti di circa l’8%, con un calo che quasi raddoppia per i dipendenti pubblici. Un fenomeno senza pari a livello internazionale, che rende ancora più urgente una revisione al rialzo delle retribuzioni.
Il rinnovo contrattuale si preannuncia quindi complesso, ma la FLC CGIL invita i lavoratori a far sentire la propria voce anche attraverso il voto alle RSU del 14, 15 e 16 aprile, un’occasione cruciale per inviare un segnale forte alle istituzioni e alle controparti della trattativa.