Lo scorso 1° settembre il Ministero dell’Università e della Ricerca ha pubblicato il verbale con le indicazioni sulla mobilità del personale AFAM per l’anno accademico 2025/2026 nonostante le organizzazioni sindacali unitariamente avevano chiesto in più occasioni il rinvio di un anno ed un avvio graduale delle nuove procedure. Il 23 maggio scorso l’amministrazione aveva illustrato la propria proposta (qui il nostro approfondimento) che i sindacati avevano considerato non accettabile.
Di seguito, il comunicato unitario che illustra le motivazioni e i vari passaggi che hanno determinato una rottura fra sindacati e MUR.
MOBILITÀ AFAM – CONFRONTO SINDACALE
VERBALE PUBBLICATO DAL MUR IN DATA 1.9.2025
COMUNICATO SINDACALE UNITARIO FLC CGIL, CISL FSUR, UIL SCUOLA RUA, UNAMS, SNALS, ANIEF
Come noto il CCNL del 19 aprile 2018 ha ricondotto la mobilità del personale delle istituzioni AFAM dalla contrattazione integrativa nazionale al confronto a livello nazionale. Il primo verbale di confronto è stato sottoscritto il 14 maggio 2021 con effetti giuridici dal 1° novembre 2021. Per i tre anni precedenti Ministero e OO.SS. hanno concordato la vigenza del Contratto nazionale decentrato per la mobilità sottoscritto il 31 maggio 2002. Fino allo scorso anno il confronto ha sempre avuto esito positivo riuscendo a contemprerare le esigenze dei lavoratori con quelle dell’Amministrazione nei mutati contesti istituzionali in cui ci si trovava, volta a volta, ad operare.
Diversamente, quest’anno, non è stato possibile trovare alcun punto di incontro con l’Amministrazione sia nel merito della bozza presentataci con i nuovi criteri per la mobilità AFAM, sia e soprattutto per la sussistenza di questioni pregiudiziali, di prioritaria importanza per il sistema (ad esempio: la mobilità su tutti i posti liberi, visto che l’intera pianta organica è finanziata in specifci capitoli di spesa del MUR, i livelli retributivi del personale delle istituzioni afam, ecc.), che dovrebbero essere risolti prima di impiantare la nuova mobilità prevista dal D.P.R. 83/2024 (una mobilità, peraltro, che, a norma del combinato disposto delle disposizioni del D.P.R. stesso e della Legge 1/2020, poteva essere applicata dall’a.a. 2026/27); conseguentemente il confronto sulla mobilità AFAM ha avuto esito NEGATIVO e, pertanto, non utile.
Facciamo un breve resoconto di quanto accaduto.
In data 23 maggio 2025 si è svolto un primo incontro di confronto con il MUR – DGFIS UFF. VI – sulla bozza contenente i criteri della nuova mobilità che, così come formulata dall’Amministrazione, è stata unanimemente ritenuta irricevibile.
Infatti, nel corso della riunione, abbiamo rappresentato le incongruenze e le iniquità della proposta ministeriale che, in sintesi, avrebbe consentito alle istituzioni AFAM una eccessiva discrezionalità nella valutazione degli aspiranti alla mobilità, soprattutto in relazione ai titoli artistici e professionali; inoltre, sempre nel corso della riunione, è emersa l’intenzione, da parte del MUR, di subordinare il conseguimento del trasferimento e l’applicazione delle precedenze previste dalle leggi di tutela delle persone con disabilità solo al raggiungimento di una quota minima dei titoli artistici e professionali, ossia un quadro assolutamente desolante e mortificante per la docenza AFAM se si pensa che tutti i professori in servizio nelle istituzioni del sistema sono già stati reclutati proprio in ragione dei titoli artistici e professionali posseduti e da sempre considerati il principale requisito per insegnare nelle Accademie, nei Conservatori di musica e negli Isia. Ci chiediamo, pertanto, come sia possibile che per trasferirsi ad altra sede, sempre nell’insegnamento di cui detti professori sono titolari da anni e anni, si debba raggiungere una quota minima di titoli artistici e professionali! E le precedenze di cui alla legge 104/92 che fine farebbero? Per quanto ci riguarda, noi chiediamo: come è possibile infierire sui lavoratori disabili in situazione di gravità subordinando la precedenza riconosciuta loro dalla legge al possesso di una quota di titoli artistici e professionali, possesso già acclarato al momento dell’assunzione?
È stato così fissato un altro incontro per il 4 giugno 2025 e ci è stato inviato un testo, parzialmente modificativo della precedente bozza ma, nella sostanza, peggiorativo del precedente. Abbiamo congiuntamente esaminato il testo e, alla fine, abbiamo ritenuto di non poterlo assolutamente condividere nel merito.
Abbiamo quindi preferito redigere un documento unitario che, prescindendo dalle ragioni di merito, fosse incentrato sulle imprescindibili questioni pregiudiziali che richiedono una positiva soluzione prima dell’avvio della nuova mobilità; dette ragioni sono state sinteticamente riportate nel seguente documento unitario che è stato letto durante l’incontro del 4 giugno 2025 chiedendone l’inserimento integrale nel verbale di confronto:
Le OO.SS. rappresentative nel comparto Istruzione e Ricerca, CISL FSUR – FLC CGIL – FED. UIL SCUOLA RUA – SNALS CONFSAL – FED. GILDA UNAMS – ANIEF, riunitesi per discutere in merito alle nuove procedure di mobilità AFAM proposte dall’Ufficio VI – MUR, dopo una attenta disamina, hanno concordato unitariamente quanto segue.
In premessa, si osserva che fino a quando le retribuzioni dei professori AFAM non saranno sufficienti per compensare il disagio di un differente sistema di mobilità sarebbe iniquo applicare le medesime disposizioni del sistema universitario senza garantirne le medesime condizioni, tenuto conto, peraltro, che le disposizioni del D.P.R. n. 83/2024 si applicherebbero dall’anno accademico 2025/26; pertanto si ritiene essenziale affrontare gradualmente questo percorso secondo i punti sottoelencati:
- il rinvio di un anno accademico delle nuove procedure per la mobilità AFAM, da attivare a decorrere dall’a.a. 2026/2027;
- la necessità di reperire le risorse finanziarie necessarie per assumere a tempo indeterminato il personale su tutti i posti vacanti liberi e disponibili, prevedendo la copertura dell’intera pianta organica nazionale;
- che la mobilità non debba essere computata nel budget assunzionale di sede essendo un costo già a carico del sistema nazionale AFAM.
Il MUR non ha voluto riportare integralmente il sopracitato documento sindacale unitario nel verbale, né ha inteso allegarlo ad esso ma ha assicurato che i suoi contenuti sarebbero stati recepiti.
Ricevuta la bozza del verbale di confronto sui criteri della mobilità AFAM abbiamo rilevato che le principali ragioni del dissenso sindacale unitario, come formalizzato nell’incontro del 4 giugno, erano state riportate (mancavano solo le eccezioni di merito rappresentate in occasione del primo incontro del 23 maggio) ma non era stato chiaramente e inequivocabilmente stigmatizzato che il confronto sindacale avesse avuto un esito assolutamente negativo.
È stato così che, nel rispetto del lavoro svolto da tutti – MUR e OO.SS. – e prescindendo da altre possibili rettifiche, ci siamo limitati a chiedere, sempre unitariamente, di apportare una modifica al verbale che specificasse chiaramente l’esito negativo del confronto proponendo la sostituzione delle parole “non è giunto ad una posizione condivisa” con le parole “ha avuto esito negativo”. Al diniego del MUR anche su questa richiesta abbiamo unitariamente deciso di NON SOTTOSCRIVERE IL VERBALE DI CONFRONTO e ne abbiamo dato comunicazione ufficiale al MUR con nota dell’11 giugno 2025, trasmessa in data 12 giugno 2025.
Successivamente il Ministero, con nota prot. 7563 del 16.6.2025, ci ha offerto di poter integrare il verbale del confronto sindacale confermando, però, di non voler inserire quanto da noi unitariamente richiesto: ossia che il confronto avesse avuto esito negativo.
Conseguentemente, in data 20 giugno 2025, le organizzazioni sindacali FLC CGIL, FED. UIL SCUOLA RUA, SNALS CONFSAL, FED. GILDA UNAMS e ANIEF hanno risposto al Ministero confermando di non poter sottoscrivere detto verbale; la CISL FSUR, pur confermando la propria posizione di non sottoscrizione del verbale di confronto sulla mobilità, non ha inteso sottoscrivere una ulteriore nota sulla questione ritenendo sufficiente quanto già comunicato nella sopracitata nota dell’11 giugno.
In conclusione non possiamo non rilevare come:
- le relazioni sindacali con il MUR siano sensibilmente peggiorate nel corrente anno accademico, poiché:
- dopo un incontro del 27 marzo 2025, richiesto unitariamente il 10 febbraio 2025 e ottenuto solo a seguito del sollecito inviato al Gabinetto del Ministro in data 4 marzo 2025, c’è stato quello di confronto sulla mobilità, convocato formalmente il 4 aprile 2025 per il 15 maggio 2025, poi rinviato al 23 maggio per impedimenti dell’Amministrazione e, a seguire, quello del 4 giugno, necessario per concludere il confronto sindacale sulla mobilità che, ribadiamo, ha avuto esito negativo;
- anche la richiesta di dati del sistema AFAM (cessazioni, trattenimenti, nomine in ruolo e a tempo determinato, ecc.), unitariamente avanzata al MUR il 13 marzo 2025, è stata evasa solo in minima parte con grave disagio per il settore;
- l’Organismo Paritetico per l’Innovazione dalla data del suo insediamento – 9 maggio 2024 è stato riunito nuovamente, dopo ripetute sollecitazioni, il 30 luglio 2025!);
- l’accelerazione impressa dal MUR a determinate procedure (v. tempistiche di inquadramento dei docenti nei nuovi SAD e cambi volontari di SAD, questi ultimi fatti senza adottare criteri uniformi e trasparenti di valutazione) hanno creato notevole disagio alle istituzioni e agli uffici amministrativi oltre ad essere foriera di contenziosi;
- l’ingiustificato anticipo della nuova mobilità AFAM, peraltro con criteri molto più stringenti di quelli previsti dal D.P.R. 83/2024, andrà a penalizzare fortemente tutti i lavoratori AFAM e in particolare i più fragili.
Si aggiunga, infine, che in data 26 giugno 2025, abbiamo unitariamente richiesto al Capo di Gabinetto del MUR la fissazione di un incontro specificamente dedicato alle principali e più delicate questioni AFAM, un incontro che, ad oggi, non risulta ancora convocato.
Per quanto sopra detto, non ravvisando nel verbale del confronto avanzato dall’Amministrazione sulla mobilità AFAM un modo utile per la tutela dei lavoratori, detto verbale non poteva in alcun modo essere sottoscritto.
Peraltro, il verbale pubblicato dal MUR riporta solo la firma di parte pubblica, omettendo la citazione delle Sigle delle OO.SS. e la dicitura “Non firmato”.
Pertanto, il MUR si assumerà in toto la responsabilità degli atti conseguenti che intenderà adottare in mancanza del consenso delle organizzazioni sindacali rappresentative del comparto Istruzione e Ricerca.