Il Consiglio di Stato ha sospeso il parere sul regolamento riguardante le nuove Indicazioni nazionali per il curricolo 2025. Durante la seduta del 9 settembre, la sezione consultiva per gli atti normativi ha deciso di rimandare l’approvazione a causa delle numerose osservazioni sollevate, ritenute sostanziali e di rilievo.
Le criticità rilevate
Nel parere n. 1017/2025, pubblicato il 17 settembre, vengono evidenziati diversi punti deboli che mettono in luce vere e proprie “lacune strutturali” del documento. In particolare, i giudici hanno individuato problemi in ambiti centrali come:
- Quadro normativo e compatibilità europea
- Aspetti finanziari
- Motivazioni della revisione delle Indicazioni
- Analisi di impatto
- Contenuti didattici
- Osservazioni giuridico-formali
- Coerenza costituzionale
- Correzioni formali e linguistiche
Sul piano europeo, viene sottolineata la mancanza di un confronto concreto con le raccomandazioni dell’UE, mentre sotto il profilo finanziario emergono dubbi sull’effettiva disponibilità di risorse. Anche le ragioni che hanno portato al rinnovo delle Indicazioni vengono giudicate deboli: i “cambiamenti epocali” richiamati non sono accompagnati da analisi né dati concreti.
Analisi di impatto giudicata insufficiente
Il nodo più critico riguarda l’analisi di impatto, definita dagli stessi giudici “inadeguata allo scopo”. Mancano infatti obiettivi chiari, un campo d’azione ben definito e un confronto sistematico con le Indicazioni del 2012. I dati forniti risultano incompleti e poco omogenei, soprattutto per quanto riguarda la scuola dell’infanzia e le ripercussioni sull’editoria scolastica. Per questo motivo è stata richiesta al Ministero una rinnovazione complessiva dell’analisi preventiva.
Questioni didattiche e applicative
Sul fronte dei contenuti, numerose perplessità riguardano la nuova impostazione della storia, liquidata come prerogativa ministeriale senza ulteriori spiegazioni. Criticità emergono anche sull’introduzione del latino opzionale, considerata una misura che rischia di generare diseguaglianze e complicazioni applicative.
Tempistiche e adozione
Un altro elemento evidenziato dal Consiglio di Stato riguarda la chiarezza sulle tempistiche. Le nuove Indicazioni dovrebbero infatti entrare in vigore dal 2026/2027, inizialmente per le classi prime di primaria e secondaria di primo grado, oltre che per la scuola dell’infanzia. Fa eccezione la storia, che sarà introdotta in anticipo per le classi terze della primaria a partire dal 2027/2028.
Il commento
La sospensione del parere da parte del Consiglio di Stato viene letta come una vera e propria bocciatura del progetto. Secondo la FLC CGIL, le Indicazioni nazionali 2025 – fin dalla loro prima bozza – hanno mostrato un impianto ideologico, identitario e poco attuale, difficilmente migliorabile con semplici correzioni. Le critiche non arrivano solo dai sindacati, ma anche da università, associazioni professionali e società civile.
Alla luce di queste osservazioni, la richiesta è che il Ministero apra un confronto reale con le scuole, abbandonando un modello educativo trasmissivo e autoritario, ritenuto non in linea con le sfide educative contemporanee.
Prospettive e mobilitazione
La FLC CGIL, insieme al Tavolo nazionale per la scuola democratica – rete che riunisce 23 soggetti attivi nel mondo dell’istruzione – conferma la necessità di una mobilitazione. L’appuntamento è fissato per il 18 ottobre, giornata in cui il mondo della scuola democratica tornerà a farsi sentire.