Il Decreto Legge PA, approvato in prima lettura alla Camera dei Deputati lo scorso 24 aprile 2025, introduce una serie di modifiche significative per il settore scolastico. Alcune di queste rappresentano un passo avanti, altre sollevano forti perplessità, soprattutto per l’impatto sulle risorse delle scuole.
Più assunzioni e fondi per l’edilizia, ma anche scelte discutibili
Tra le novità più rilevanti c’è la deroga al limite del 70% per l’assunzione degli insegnanti di religione cattolica, che nel 2025/26 potranno essere immessi in ruolo su tutti i posti disponibili. Un segnale importante, che potrebbe costituire un precedente da estendere ad altre categorie.
Un altro elemento positivo è la creazione di un fondo da 20 milioni di euro per l’edilizia scolastica, destinato agli enti territoriali per far fronte a situazioni urgenti e non rinviabili. Si tratta di un primo passo verso il miglioramento della sicurezza e della qualità degli ambienti scolastici.
Tuttavia, non tutte le scelte sono condivisibili. In particolare, desta preoccupazione l’ampliamento del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI): si passa da 36 a 39 membri, con tre nuovi rappresentanti scelti direttamente dal Ministero su indicazione del Forum dei genitori. Una modifica che comporta costi aggiuntivi (oltre 330mila euro nel 2025 e quasi un milione annuo dal 2026) che verranno coperti riducendo i fondi destinati al funzionamento delle scuole.
Servizi, coperture e nuove disposizioni per il personale scolastico
Sul fronte della sanità integrativa per il personale scolastico, il testo approvato alla Camera elimina il finanziamento previsto per il 2025, ma potenzia le risorse dal 2026 al 2029: si passa da 50 a 65 milioni di euro annui, grazie anche a una nuova rimodulazione dei fondi, che coinvolge sia il Fondo per il funzionamento delle scuole sia quello di riserva.
Cambia anche la disciplina relativa al personale ATA: viene riconosciuto come valido, ai fini della partecipazione ai bandi ATA provinciali, il servizio prestato dal 16 aprile 2024 fino alla stipula del contratto, superando il limite inizialmente previsto per il solo anno scolastico 2024/25. Un riconoscimento importante per chi opera in condizioni di precarietà.
FLC CGIL: alcune scelte positive, ma serve più equilibrio
Secondo la FLC CGIL, alcune delle novità approvate sono da accogliere con favore – in particolare quelle sulle assunzioni IRC e sul personale ATA – ma restano profonde criticità. L’aumento dei membri designati nel CSPI, a fronte di una ridotta rappresentanza elettiva, rischia di alterare gli equilibri democratici dell’organo, riducendo il peso della componente professionale della scuola.
Il timore è che il CSPI diventi uno strumento troppo legato alle logiche ministeriali, perdendo autonomia e ruolo consultivo reale.
In vista della prossima discussione al Senato, la FLC CGIL si riserva di proporre ulteriori emendamenti, con l’obiettivo di migliorare il testo e salvaguardare gli interessi del personale scolastico e della comunità educativa.