FLC CGIL Roma Lazio: “Campagna anti-gender a Roma, vergognosa strumentalizzazione dei bambini. Nelle scuole si educa al rispetto, non si fa propaganda”

comunicato stampa

La FLC CGIL Roma e Lazio esprime sdegno e ferma condanna per i cartelloni pubblicitari affissi in varie strade della città di Roma, riconducibili a una campagna “anti-gender” che diffonde messaggi falsi e gravemente fuorvianti, strumentalizzando il volto e la voce (fittizia) di bambini in età scolare.

Il sindacato si unisce alla contrarietà già espressa dalla CGIL di Roma e del Lazio, che già nei giorni precedenti chiedeva la rimozione dei suddetti manifesti. Una richiesta che è stata prontamente accolta dal Comune di Roma Capitale, che ha imposto alle ditte concessionarie di rimuoverli in tutta la città poiché “segnati da stereotipi nella rappresentazione della comunità Lgbtqai+, rappresentata come minaccia e dannosa per lo sviluppo dei bambini e dell’infanzia”.

Nessuna legge, nessuna linea guida ministeriale, nessuna attività didattica prevede né consente pratiche simili a quelle descritte nei cartelloni. È dunque inaccettabile che si tenti di gettare discredito sul lavoro delle insegnanti e degli insegnanti, insinuando che le scuole italiane siano luoghi di “propaganda” ideologica, quando invece sono – ogni giorno – spazi di dialogo, inclusione, crescita e rispetto reciproco.

Preoccupa anche il riferimento, contenuto nella medesima campagna, alla proposta di una cosiddetta “Legge sulla Libertà Educativa”, che di fatto rappresenta un attacco alla scuola pubblica e al suo ruolo costituzionale. Il sindacato si oppone con decisione a ogni tentativo di smantellare l’unitarietà e la laicità dell’istruzione pubblica in nome di presunte libertà educative, che nei fatti rischiano di tradursi in autorizzazioni all’intolleranza.

La verità è una sola: nelle scuole italiane si educa alla cittadinanza, non si fa propaganda. E lo si fa con rispetto, competenza e responsabilità.

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