Il 13 giugno 2025 si è svolto un importante incontro tra la Presidenza dell’INAF, rappresentata dal Prof. Roberto Ragazzoni e dall’ing. Stefano Giovannini, e le organizzazioni sindacali. Tema centrale dell’incontro: il futuro del personale precario e le possibili vie per avviare un nuovo percorso di stabilizzazione.
L’incontro, richiesto a più riprese dalla FLC CGIL, si è tenuto in un clima positivo, con uno scambio aperto e approfondito di dati e proposte. Le sigle sindacali hanno potuto esprimere le proprie preoccupazioni e aspettative, ricevendo attenzione e ascolto da parte della delegazione INAF.
Una fotografia aggiornata del precariato
Durante il confronto, è stata presentata un’analisi dettagliata dello stato del precariato all’interno dell’Istituto, considerata la base necessaria per un confronto serio ed efficace. È stato inoltre ricordato che l’INAF ha già avviato un processo di aggiornamento dei dati relativi al personale con requisiti per la stabilizzazione.
Il Presidente Ragazzoni ha inquadrato la questione anche in una prospettiva più ampia, sottolineando come il tema sia oggetto di discussione a livello di CoPer e nei tavoli con il Ministero, in un’ottica che coinvolge l’intero sistema degli Enti Pubblici di Ricerca (EPR).
Ostacoli economici e richieste di risorse
Pur confermando la piena disponibilità dell’INAF ad attivarsi per la stabilizzazione del personale, il Presidente ha evidenziato un ostacolo rilevante: la carenza di risorse economiche, che rende difficile avviare concretamente il percorso senza finanziamenti adeguati.
Secondo i dati presentati, la platea degli aventi diritto alla stabilizzazione è ampia, il che rende indispensabile l’ottenimento di fondi aggiuntivi per poter rispondere in modo concreto alle necessità del personale precario.
Le proposte della FLC CGIL
La FLC CGIL ha avanzato una serie di proposte operative, alla luce delle normative attualmente vigenti e del rischio che eventuali nuove leggi possano rendere ancora più difficile l’accesso alla stabilizzazione:
- Chiedere al Ministero, insieme agli altri EPR, risorse economiche basate sul numero effettivo di stabilizzabili (inclusi quelli stimati al 31 dicembre 2026), e non su altri parametri come il numero di dipendenti a tempo indeterminato o i fondi ordinari ricevuti;
- Definire subito con le parti sindacali un piano di stabilizzazione, sulla base delle modalità già positivamente sperimentate in INAF, senza attendere ulteriori fondi;
- Impegnare sin da ora risorse interne, così da avviare concretamente le procedure e poter accelerare il processo non appena saranno disponibili ulteriori finanziamenti, sia interni che esterni.
La risposta della Presidenza
Il Presidente ha mostrato attenzione e apertura, riconoscendo l’urgenza di reperire fondi e la necessità di avanzare una richiesta congiunta alla Ministra. Tuttavia, ha chiarito che una decisione operativa potrà essere presa solo dopo un confronto all’interno del prossimo Consiglio di Amministrazione, anche per verificare la reale disponibilità di risorse interne.
È stato proposto un nuovo incontro dopo il 26 giugno, data del confronto tra il MUR e le organizzazioni sindacali, così da valutare l’esito della discussione e coordinare le prossime mosse.
Contrattualistica e tutela dei diritti
Altro tema affrontato è stato quello dei contratti utilizzati negli EPR per il personale non strutturato. La FLC CGIL ha chiesto all’INAF di continuare su una linea coerente con la propria storia recente: preferire i contratti a tempo determinato, più tutelanti, rispetto ad altre forme più precarie.
L’Istituto, in passato, aveva già concordato con i sindacati un uso dell’assegno di ricerca con importi più elevati rispetto ad altri enti, invertendo un trend che ha favorito l’aumento dei contratti a termine. In quest’ottica, è stata ribadita la richiesta di dare priorità al contratto a tempo determinato per le figure precarie.
In merito ai contratti di ricerca, è stata avanzata la richiesta di riconoscerli chiaramente come rapporti di lavoro subordinato, come già accade in molte università. Le altre due forme contrattuali (incarico post doc e incarico di ricerca) sono state invece giudicate un arretramento nei diritti dei lavoratori, e quindi da evitare.
Conclusioni
L’incontro ha rappresentato un primo passo significativo verso un dialogo più strutturato e continuo. Le organizzazioni sindacali auspicano che il confronto possa proseguire con rapidità e concretezza, tenendo conto che in gioco ci sono le prospettive professionali e personali di centinaia di lavoratori e lavoratrici.