Nel pomeriggio di martedì 29 novembre si è svolto l’incontro delle organizzazioni sindacali rappresentative della dirigenza scolastica con il nuovo Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Oltre al Capo di Gabinetto Giuseppe Recinto, per l’amministrazione erano presenti i due Capi Dipartimento del Ministero Jacopo Greco e Stefano Versari e il Capo dell’Ufficio Legislativo Giuseppe Cerrone.

Il Ministro ha aperto l’incontro chiedendo alle organizzazioni sindacali presenti di illustrare le problematiche della dirigenza scolastica, riservandosi di intervenire al termine delle loro relazioni.

Il segretario generale della FLC CGIL Francesco Sinopoli ha preliminarmente chiesto al Ministro l’impegno a convocare un tavolo di confronto sulla legge di Bilancio, per un esame approfondito delle misure per la scuola e, in particolare, sulle criticità presenti nella norma relativa alla riorganizzazione delle rete scolastica e al dimensionamento, al fine di rivedere i parametri utilizzati.

Nell’intervento della FLC CGIL è stato infatti evidenziato come la norma relativa alla riorganizzazione della rete scolastica, in base alla quale dal 2024/2025 l’organico dei dirigenti scolastici assegnato a ciascuna regione rappresenterà il vincolo a cui le regioni stesse dovranno attenersi per la definizione del numero delle istituzioni scolastiche funzionanti sul territorio, rappresenti uno stravolgimento dei principi ispiratori dell’autonomia che collocavano a 900 il numero massimo di alunni per garantire l’ottimale funzionamento delle scuole autonome,  uno stravolgimento anche più pesante di quello prodotto nel  2011 dal decreto legge 98 che avrà pesanti ripercussioni sulla vita delle scuole e dei dirigenti scolastici, dei loro carichi di lavoro e delle loro responsabilità.

Rispetto alla legge di bilancio è stato infine evidenziato che la previsione di assegnare al collegio dei revisori dei conti il compito di controllo dell’adempimento degli obblighi di trasparenza e pubblicità delle scuole, attribuita ai dirigenti scolastici in una nota dell’ANAC,  aderisce ad una specifica richiesta  della FLC CGIL, inviata ai competenti uffici del Ministero dell’Istruzione il 6 ottobre scorso, nella quale era stata segnalata la necessità di un intervento presso l’ANAC per l’eliminazione della previsione che trasformava i dirigenti scolastici da soggetti obbligati all’adempimento a controllori di se stessi.

Entrando nello specifico delle problematiche della categoria, la FLC CGIL ha ricordato le richieste già inviate al Ministro dell’Istruzione in vista dell’incontro, unitamente a CISL Scuola, UIL scuola e SNALS, la FLC CGIL, segnalando il forte disagio professionale dei dirigenti scolastici per l’assenza dell’Atto di Indirizzo per il rinnovo del CCNL dell’Area Istruzione e Ricerca  2019-2022, già scaduto da un anno, nel quale dovranno essere regolate materie come la definizione degli incarichi aggiuntivi, la mobilità interregionale, le modalità di sostituzione dei dirigenti assenti per periodi inferiori a 60 giorni, il diritto di rientro al ruolo di provenienza, la formazione; per l’enorme carico di adempimenti amministrativi estranei alla gestione del servizio di istruzione scaricati sulle scuole; per le criticità relative alla gestione della sicurezza degli edifici e per l’assenza, ad un anno dall’approvazione della legge che definisce di competenza esclusiva dell’Ente Locale la valutazione dei rischi strutturali, del relativo decreto attuativo.

La FLC CGIL ha infine rappresentato al Ministro Valditara la forte delusione della categoria per l’assenza nella legge di bilancio delle risorse necessarie ad armonizzare le retribuzioni dei dirigenti scolastici che, a partire dall’a.s. 2022/2023, saranno definite non più dai contratti integrativi regionali (CIR) ma da un contratto nazionale che dovrà individuare le fasce di complessità delle istituzioni scolastiche e uniformare le retribuzioni di posizione parte variabile di tutti i dirigenti in servizio.

Per questa operazione è però necessario stabilizzare definitivamente il Fondo Unico Nazionale dei dirigenti scolastici, incrementandolo di ulteriori 50 milioni di euro dei quali nella legge di Bilancio non c’è però traccia.

La FLC CGIL ha chiesto pertanto al ministro l’impegno a individuare tali risorse, per evitare che anche per il 2022/23 la contrattazione integrativa venga bloccata, come già avvenuto nei 5 anni scolastici precedenti, con pesanti ripercussioni sulle retribuzioni dei dirigenti scolastici.

Al termine degli interventi, il Ministro Valditara ha assunto l’impegno a dare continuità al confronto sulle problematiche dei dirigenti scolastici rappresentate dai sindacati, a partire nell’immediato dai temi della semplificazione, definita “questione strategica per il Paese”,  per le scuole e per il lavoro dei dirigenti scolastici, e delle responsabilità dei dirigenti, soprattutto quelle relative alla sicurezza degli edifici.

Relativamente alla necessità di incrementare il FUN, il ministro ha inoltre assicurato un suo intervento per trovare le soluzioni alle richieste formulate nel corso dell’incontro.

Sulle misure relative al dimensionamento scolastico presenti nella legge di bilancio sono infine intervenuti il dott. Cerrone e il dott. Greco che hanno precisato come la norma si inserisca nel contesto degli obiettivi del PNRR e delle previsioni ISTAT di un trend di decremento della popolazione scolastica del 25% nei prossimi 10 anni, nel rispetto delle competenze attribuite alle regioni.

Come FLC CGIL ci aspettiamo che gli impegni del ministro sulla dirigenza scolastica si traducano quanto prima in atti concreti, con l’emanazione dell’Atto di Indirizzo per il rinnovo del contratto e l’individuazione delle risorse necessarie ad avviare tempestivamente la contrattazione integrativa nazionale sulle fasce di complessità nazionali e sulla corrispondente retribuzione di posizione parte variabile per l’a.s. 2022/23.

Quanto alla norma sul dimensionamento, non possiamo che ribadire il nostro giudizio fortemente critico su un provvedimento che, come già denunciato, anziché investire sulla scuola, si pone in tragica continuità con i tagli del passato, determinando una nuova ondata di accorpamenti fra istituti che si abbatterà soprattutto nelle regioni del Sud e porterà alla scomparsa, già nei prossimi due anni, di oltre 700 unità scolastiche.

La conseguenza sarà quella di un pesantissimo aumento della complessità di gestione delle scuole, dei carichi di lavoro degli uffici amministrativi e delle responsabilità dei dirigenti scolastici il cui organico si ridurrà in un decennio di circa 1400 unità, mentre le istituzioni scolastiche passeranno dalle attuali 8.136 a 6.885.