INVALSI 2025: confronto tra scuole statali e paritarie nelle regioni italiane – focus su Campania, Lazio, Lombardia e Sicilia

INVALSI 2025: confronto tra scuole statali e paritarie nelle regioni italiane – focus su Campania, Lazio, Lombardia e Sicilia

Il 22 luglio 2025, INVALSI ha pubblicato un nuovo approfondimento legato ai risultati delle rilevazioni annuali. Il documento propone una riflessione comparativa sugli esiti degli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori (quinto anno, corrispondente al grado 13 secondo la classificazione INVALSI), distinguendo tra istituti statali e paritari in quattro regioni chiave: Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia.

La distribuzione degli studenti: paritarie molto presenti in Campania

I dati mostrano come, nelle regioni analizzate, la presenza degli studenti nelle due tipologie di scuole sia fortemente sbilanciata, in particolare:

  • Campania: 71,1% statali, 28,9% paritarie
  • Lazio: 88,7% statali, 11,3% paritarie
  • Lombardia: 89,5% statali, 10,5% paritarie
  • Sicilia: 94,1% statali, 5,9% paritarie

Un dato che colpisce è proprio la forte incidenza delle scuole paritarie in Campania, dove si concentra oltre il 25% degli istituti paritari di secondo grado a livello nazionale (dati UNICA).

Rendimento scolastico: differenze evidenti tra statali e paritarie

Il confronto sui punteggi medi ottenuti nelle prove di italiano, matematica e inglese (lettura e ascolto) mette in luce delle differenze significative tra i due settori scolastici. Ecco alcuni dati salienti:

Campania

  • Italiano: -3 statali, -41 paritarie
  • Matematica: -5 statali, -34 paritarie
  • Inglese Reading: -1 statali, -41 paritarie
  • Inglese Listening: -12 statali, -40 paritarie

Sicilia

  • Anche qui si evidenziano scarti importanti, seppur meno marcati: da -6 a -33 in italiano, e da -10 a -27 in matematica tra statali e paritarie.

Lazio

  • Differenze più contenute, ma ancora significative: italiano -1 vs -24, matematica -4 vs -21.

Lombardia

  • Una situazione diversa: tutti i punteggi sono positivi, sia per statali che per paritarie, ma gli istituti statali mantengono un vantaggio netto.

Il nodo critico: la questione dei “diplomifici”

Dietro i numeri si cela un problema di grande rilievo: quello dei cosiddetti diplomifici, che continuano ad alimentare un sistema poco trasparente. Secondo quanto sottolineato dalla FLC CGIL, il fenomeno coinvolge strutture che operano ai margini della legalità, offrendo percorsi scolastici semplificati e diplomi facili, spesso con finalità di puro profitto.

In molti casi si parla di evasione fiscale, sfruttamento del personale, e mancanza di controlli. Una dinamica che non si limita solo al Sud Italia, ma che tocca altre realtà nazionali, come emerso anche da indagini giornalistiche recenti.

Quali risposte istituzionali?

Il D.L. 45 del 7 aprile 2025 rappresenta un primo passo, ma non è sufficiente. La FLC CGIL ha espresso forti riserve durante l’audizione al Senato, chiedendo modifiche sostanziali, in particolare per quanto riguarda il controllo sulle scuole paritarie.

Serve una riforma profonda della legge sulla parità scolastica, con interventi che prevedano:

  • Selezione trasparente del personale docente e ATA
  • Potenziamento dell’organico ispettivo
  • Sanzioni più severe, fino alla revoca automatica dell’autorizzazione

Serve uno sguardo più ampio

La FLC CGIL sollecita INVALSI a estendere l’indagine a livello nazionale, per avere un quadro completo e non limitato alle quattro regioni analizzate. Solo con un’analisi più ampia si potrà comprendere appieno la portata del problema.

Perché in gioco non c’è solo la qualità dell’istruzione, ma la credibilità dell’intero sistema scolastico e il futuro delle nuove generazioni.

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