IL 3 DICEMBRE si è tenuto l’incontro per la stipula del contratto quadriennale regionale per definire i criteri e le modalità di fruizione del diritto allo studio per i lavoratori docenti ed ata del comparto scuola della Regione Lazio.

 L’Amministrazione, che in precedenti incontri aveva presentato alle OO.SS. una bozza di contratto assai restrittiva, molto distante da quella attualmente vigente e penalizzante per i lavoratori, ha recepito solo una piccola parte delle proposte formulate al tavolo di contrattazione, non volendo di fatto accettare neanche di discutere di un principio posto come premessa da parte del Direttore Generale dell’Usr del Lazio alla trattativa e cioè del totale ed assoluto assoggettamento del contratto a quanto disposto dalla circolare nr.12/11 del Dipartimento della Funzione Pubblica della P.C.M. del 7/10/11 prot. DFP 0050576.

 Ad avviso della Flc Cgil ed anche delle altre OO.SS. detta circolare, non avente valore di legge o di altro atto così vincolante, non poteva intervenire in materia, in quanto il CCNL vigente del comparto scuola e la normativa di legge non potevano essere derogate da una semplice circolare, tra l’altro neanche indirizzata alle Istituzioni scolastiche.

 Nello specifico nella proposta si impediva ai lavoratori di fruire dei permessi per attività di studio individuale finalizzate a sostenere un esame, così come era previsto nel contratto precedente e così come regolamentato in tutti i contratti regionali vigenti.

Di fronte alla posizione di totale chiusura anche rispetto alle offerte di mediazione proposte unitariamente dalle OO.SS., presentate con aperture di ampia disponibilità, abbiamo dovuto costatare l’impossibilità di stipulare un contratto che sarebbe stato totalmente peggiorativo rispetto alle attuali norme. La legge istitutiva delle 150 ore, che tutela il diritto allo studio individuale dei lavoratori ed il Contratto nazionale di lavoro vigente, a questo punto, visto che sono attualmente in vigore, non hanno bisogno di una mera conferma dal tavolo di contrattazione decentrata regionale.

Queste sono le motivazioni che hanno portato le Organizzazioni Sindacali unitariamente a non sottoscrivere il contratto regionale sul diritto allo studio.

 Rimane il rammarico di una ostinata quanto inspiegabile posizione di chiusura netta da parte della Amministrazione, che conferma l’analisi da noi proposta anche in precedenza, di una Direzione Generale che, per scelta ideologica, non concepisce relazioni sindacali impostate sulla pari dignità e sul reciproco riconoscimento, anzi le vive con malcelata insofferenza, come una condizione di sopportazione di un rito privo di senso e di contenuto.


Ai lavoratori vogliamo dire che la partita non è chiusa perché il diritto al miglioramento della loro professionalità e delle loro competenze verrà tutelato in tutte le sedi, anche aprendo un contenzioso con l’Usr, affinché venga reso esigibile tale diritto previsto nel Contratto nazionale, nella legge e nel Contratto regionale precedente.