Il 23 settembre la FLC CGIL scenderà in piazza al fianco delle ragazze e dei ragazzi di Fridays for Future in occasione dello Sciopero Globale per il Clima.

La manifestazione si svolgerà a soli due giorni dalle elezioni politiche nel nostro Paese. A maggior ragione rinnoviamo la nostra partecipazione al Global Climate Strike e convintamente accogliamo, come era stato già nel marzo scorso, le istanze delle studentesse e degli studenti in lotta per la costruzione di un modello di sviluppo diverso, che rispetti l’ambiente invece di devastarlo, che metta al centro la pace e il rispetto tra i popoli invece di minacciarne l’esistenza con l’escalation nucleare. Perché è questo il desolante scenario degli ultimi mesi: da una parte troviamo un “Mondo in fiamme” (come ha scritto la saggista Naomi Klein) a causa degli effetti del cambiamento climatico divenuti più che mai evidenti nel corso dell’ultima estate; dall’altra una politica internazionale pericolosamente incerta dinanzi alla minaccia di un allargamento e di un aggravamento, in senso atomico, del conflitto in Ucraina.

A nostro avviso, lottare per la giustizia climatica significa lottare per un mondo di pace, e viceversa.

Già in occasione del Global Climate Strike di marzo 2022, cui avevamo partecipato, avvertivamo delle gravi conseguenze di tipo economico, sociale e ambientale che avrebbero provocato in tutto il mondo la guerra in Ucraina e la spirale del riarmo dei Paesi europei (e non solo).

Purtroppo, non sbagliavamo: gli effetti del conflitto si stanno facendo sempre più concreti. La crisi energetica, l’inflazione alle stelle e lo spettro della recessione sono diventati argomenti all’ordine del giorno, specialmente in questo periodo di campagna elettorale in Italia.

L’imponente crisi già in corso, tuttavia, non sprona la nostra classe politica a immaginare un futuro all’insegna della giustizia sociale e ambientale, anzi: le ricette per superare questo periodo di destabilizzazioni dovute alla guerra in Ucraina sono il ritorno al carbone e le trivellazioni marine. In alcuni casi si parla addirittura di costruire centrali nucleari per rendere l’Italia indipendente sul piano della produzione energetica.

Giunti a questo punto, non crediamo sia più tollerabile osservare in silenzio un sistema che continua a rinviare qualsiasi occasione di reale cambiamento, impedendo di fatto alle nuove generazioni di avere voce in capitolo e decidere del loro futuro.

A due giorni dalle elezioni saremo quindi in piazza con tante e tanti giovani che, in molti casi, data la loro giovane età il 25 settembre non si recheranno alle urne. Noi saremo con loro il 23 perché siamo dalla parte di chi futuro dignitoso non solo lo rivendica, ma tenta con coraggio di costruirlo, giorno dopo giorno.

Per il clima, la pace e il disarmo. Perché “Come educatori, docenti, ricercatori, lavoratrici e lavoratori della conoscenza, abbiamo il dovere di rilanciare partecipazione, democrazia, cultura e conflitto sociale, quali strumenti di difesa dei diritti universali, della pace e dell’unità fra i popoli”.

Il 23 settembre tutte e tutti in piazza.
#PeopleNotProfit

Il volantino: