Solo 20 giorni fa, all’indomani dell’ultimo incontro di trattativa, tutte le Organizzazioni Sindacali presenti in Ateneo e la RSU avevano diramato un comunicato unitario delineando il perimetro dentro il quale si sarebbe dovuto  rinnovare il  contratto integrativo 2016:

 

1)     nessuna diminuzione di quanto attualmente in godimento, a partire dall’importo dell’’IMA;

 

2)     incremento del fondo per far fronte al nuovo sistema delle indennità e all’attivazione di nuovi servizi che prevedono un impegno aggiuntivo del personale.

 

 

Il 4 luglio u.s. il Direttore Generale ha convocato una riunione  informale e illustrando i dati riferiti al fondo del salario accessorio ha affermato che, allo stato attuale, se si dovessero pagare tutte le indennità previste a seguito del processo di riorganizzazione, si sarebbe dovuto decurtare l’IMA e probabilmente riposizionare gli importi delle indennità di responsabilità, non potendo, ad oggi,  utilizzare  risorse aggiuntive di bilancio stabili, considerato il  blocco dei fondi del salario accessorio di tutte le amministrazioni pubbliche stabilito nell’ultima legge di stabilità approvata a dicembre 2015.

 

A fronte di un fondo del salario accessorio fermo, all’aumento di una voce corrisponde necessariamente la corrispondente diminuzione di un’altra voce… ma questa è solo matematica.

 

La realtà è che il confronto sindacale, quando viene svolto seriamente, serve per trovare soluzioni ai problemi e anche in questo caso, mentre qualcuno pensava già a come “buttarla in caciara” per trarne un qualche vantaggio in termini di consenso, c’è chi continuava ad adoperarsi per tutelare in concreto la retribuzione dei dipendenti dell’Ateneo. Nella stessa riunione infatti si è ragionato su come incrementare il fondo con le risorse “non stabili” provenienti dalle attività conto terzi, master, ecc. (che non sono bloccate), con l’applicazione di un articolo del CCNL che consentirebbe un incremento delle risorse a seguito di processi di riorganizzazione, per garantire oltre l’IMA, che è l’elemento centrale del salario accessorio,  anche la corresponsione delle indennità di responsabilità, prevedendo di importi adeguati per l’indennità di responsabilità e il superamento della decurtazione che attualmente viene  effettuata.

 

La riunione si è conclusa proprio con l’impegno del Direttore Generale a valutare nuove soluzione per creare le condizioni per la stipula dell’accordo integrativo 2016.

 

Nella riunione sindacale di venerdì mattina (8 luglio) convocata dal Rettore per discutere del protocollo di intesa per il PTV tra Regione e Università, il Direttore Generale ha comunicato a tutte le OO.SS.  che martedì 12 luglio si terrà un altro incontro informale.  Ha ipotizzato, inoltre, l’incontro ufficiale di trattativa sull’accordo integrativo 2016 per l’ultima settimana di luglio, ritenendo possibile la soluzione positiva del confronto.

 

Quindi il comunicato della UIL , emanato dopo l’incontro di venerdì mattina dove il D.G. ci ha informato delle nuove convocazioni, è scorretto principalmente verso i lavoratori perché è privo di fondamento e mira a fare solo dell’allarmismo evidentemente per provare  a ricavarsi un ruolo nella contrattazione dalla quale da tempo si è tirata fuori, non firmando l’accordo integrativo del 2015, che tra le altre cose, ha fissato proprio gli attuali importi dell’IMA.

 

In questo senso appare contraddittorio che la UIL voglia apparire come baluardo in difesa di accordi che  neanche ha sottoscritto.

 

Nel prossimo accordo integrativo l’IMA non diminuirà… a prescindere da cosa intenda dire e fare chi purtroppo oggi appare soltanto animato dalla ricerca di protagonismo.

 

CGIL         CISL          CISAPUNI          USB           RSU