Ricercatrice vince il ricorso contro l’Università Vanvitelli: illegittima la richiesta di restituzione dello stipendio già percepito

Una ricercatrice ha vinto un ricorso contro l'Università Vanvitelli, che le aveva chiesto di restituire oltre 42.000 euro di stipendio dopo le sue dimissioni anticipate. Il TAR ha annullato la richiesta dell'Ateneo, stabilendo che la ricercatrice aveva diritto alla retribuzione per il lavoro svolto, in base al principio costituzionale della giusta retribuzione. La sentenza crea un importante precedente per altri ricercatori in situazioni simili.

Il Tribunale Amministrativo ha accolto il ricorso proposto dall’avvocato Francesco Americo della FLC CGIL contro l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e il Ministero dell’Università e della Ricerca, annullando la richiesta di restituzione di oltre 42.000 euro percepiti da una ricercatrice per il suo incarico di ricerca.

La vicenda ha avuto origine dalle dimissioni della ricercatrice prima del completamento dell’80% del contratto, condizione che ha portato alla revoca del finanziamento ministeriale. L’Ateneo aveva quindi chiesto la restituzione delle somme ricevute, sostenendo che la mancata conclusione del progetto escludesse il diritto alla retribuzione.

Il TAR ha invece stabilito che ricorrente ha diritto a trattenere gli stipendi già percepiti, in quanto relativi a prestazioni effettivamente svolte. La sentenza ribadisce il principio costituzionale della giusta retribuzione (art. 36 Cost.), sottolineando che un lavoratore non può essere privato retroattivamente del compenso per attività già eseguite.

La decisione rappresenta un precedente significativo per tutti quei ricercatori che, a seguito delle dimissioni presentate per aver vinto un concorso, si sono visti richiedere la restituzione delle retribuzioni percepite.

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