Il 28 dicembre 2010 i ricercatori sospendevano dopo 35 giorni l’occupazione del tetto della Facoltà di Architettura di Sapienza; il 30 dicembre 2011 l’Università Sapienza ha bandito un concorso che vanifica l’unico ( e insoddisfacente) risultato della mobilitazione dei ricercatori indisponibili: il piano straordinario per le chiamate di professori di seconda fascia.

Infatti l’emanazione del bando il 30 dicembre e il mancato coordinamento tra i tempi dell’emanazione del decreto attuativo sull’abilitazione nazionale (della legge Gelmini previsto “inderogabilmente” entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge stessa!), la tempistica di applicazione del piano straordinario che pure in assenza dell’abilitazione nazionale prevede una sua prima applicazione fino dall’ultimo bimestre del 2011 e la scadenza del bando a febbraio esclude (discriminandoli) i ricercatori a tempo indeterminato, nel futuro prossimo titolari dell’abilitazione nazionale, dal concorso stesso.

Inoltre, la mancata previsione di una quota di riserva per gli interni, ai sensi dell’art. 24 comma 6 della Legge 240, che prevede che le università possano utilizzare fino a metà delle risorse disponibili per gli interni, e che, al fine delle chiamate, come viene specificato nel successivo comma 8 dell’art. 29, l’idoneità conseguita ai sensi della legge 210 del 1998 è equiparata all’abilitazione, di fatto esclude e discrimina i ricercatori idonei dal concorso. Ricercatori idonei che a Sapienza sono un numero ancora assai elevato, ben 110.

Nel concreto il bando del 30 dicembre diventa un bando quasi esclusivamente finalizzato alla mobilità orizzontale tra Atenei discriminando gli interni.

Oltretutto ciò comporterà uno spreco di risorse che oggi Sapienza non si può certo permettere. Infatti mentre un ricercatore interno incide sulle risorse disponibili solo con il differenziale (equivalente a 0,20 punti organico) un associato mobilitato è a costo pieno, ossia 0,70. Questo significa che se venisse prevista la quota di riserva al 50% sulle risorse stanziate (52 punti organico) i posti disponibili sarebbero 130 interni e 37 a procedura aperta per un totale di 167 nuovi associati a parità di risorse; viceversa ponendo tutti i posti a procedura aperta, e quindi a costo pieno, le nuove posizioni di associato diventano solo 74. Quasi 100 di differenza a parità di risorse!

Per quanto riguarda i ricercatori idonei ricordiamo che il decreto interministeriale del 15 dicembre ribadisce  l’equiparazione degli idonei agli abilitati nazionali (art. 1 comma 3). Inoltre, la relazione tecnico illustrativa che accompagna il decreto richiama inequivocabilmente al 4° capoverso della pag. 2, in relazione alla procedura di chiamate con riserva ex art. 24 comma 6, l’equiparazione tra idonei e abilitati.

Per quanto riguarda i ricercatori a tempo indeterminato nel futuro prossimo titolari di abilitazione nazionale, ricordiamo che è stata appena avviata la pubblicazione del “Regolamento concernete il conferimento dell’abilitazione scientifica nazionale”. Proprio in ragione di ciò il Ministro Profumo nella sua  nota esplicativa del 28 dicembre invitava gli Atenei “nel determinare l’ammontare delle risorse impegnata dal suddetto bando a valutare l’opportunità di accantonare… una parte delle risorse del piano straordinario al fine di consentire l’emanazione di un secondo bando nel corso dello stesso 2012 non appena saranno resi disponibili i risultati delle procedure di abilitazione scientifica nazionale”. Tanto che il Politecnico di Torino (!) che già da tempo ha chiamato gli idonei interni, ha previsto, con delibera del Senato Accademico, lo slittamento dell’intero bando a conclusione della prima tornata di abilitazioni nazionali, in modo da consentire la partecipazione al bando stesso dei ricercatori a tempo indeterminato titolari di abilitazione nazionale.

LA FLC CGIL chiede pertanto il ritiro del bando di concorso del 30 dicembre, possibile in sede di autotutela  da parte dell’Amministrazione, a causa della mancata previsione della quota di riserva, in aperta contraddizione con lo stesso bando che indica, fin dal titolo, come esclusivo riferimento legislativo nell’ambito della legge Gelmini, l’art. 29 comma 9, che prevede, in modo inequivocabile, l’uso delle risorse del piano straordinario attraverso “le procedure di cui agli art. 18 e 24 comma 6” e che, viceversa, il bando restringe esclusivamente alle procedure previste all’art. 18.

La FLC CGIL chiede la previsione di una quota di riserva per gli interni pari al 50%, ossia per un totale di 130 posti interni. Quota di riserva in condizione di costituire una risposta efficace alle aspettative legittime tanto dei ricercatori a tempo indeterminato idonei di Sapienza quanto ai ricercatori a tempo indeterminato dell’Ateneo che acquisiranno l’abilitazione nazionale nel corso del 2012. A tal fine sarà anche possibile dividere in due tranche le risorse disponibili prevedendo due bandi e prevedendo in entrambi la quota di riserva.

La FLC CGIL esprime preoccupazione per il rischio di contrapposizione oggettiva tra le aspettative legittime dei ricercatori a tempo indeterminato idonei e dei ricercatori a tempo indeterminato in attesa di abilitazione, la cui responsabilità ricade unicamente su chi non ha operato affinché gli idonei di Sapienza venissero tutti chiamati entro il 2011, come pure era possibile.