A quindici anni dall’ultima grande riforma universitaria (legge 240/2010), il Governo Meloni, con la ministra Bernini, ha avviato una nuova revisione del sistema accademico italiano. L’intervento si accompagna a una stretta sul Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO), che richiama i tagli del periodo 2010-2015: mancanza di adeguamento all’inflazione e incremento degli stipendi del personale senza un reale aumento delle risorse.
Il disegno di legge delega presentato in Parlamento si intreccia, di fatto, con una serie di misure mirate che riguardano università telematiche, concorsi, governance, pre-ruolo e finanziamenti. Il rischio concreto è quello di una ulteriore riduzione del sistema universitario nazionale, già indebolito dalle precedenti politiche, con maggiore precarizzazione e gerarchizzazione.
Un sistema da rilanciare, non da ridurre
Secondo la FLC CGIL, ciò di cui il sistema accademico italiano ha bisogno non è un ridimensionamento, ma un vero salto di qualità.
La sfida demografica che si prospetta a partire dal 2030 non può essere un alibi per ridurre iscrizioni e organici, ma deve rappresentare l’occasione per colmare i divari con l’Europa.
L’Italia ha oggi un tasso di laureati del 30% contro il 47% medio europeo, e un rapporto docenti/studenti di 1 a 20, mentre in Paesi come Germania, Spagna e Polonia si attesta intorno a 1 a 11.
Per colmare questo gap servono 700.000 iscritti in più, il dimezzamento del rapporto docenti/studenti e il potenziamento degli organici. Ciò significa anche stabilizzare migliaia di precari e ridurre i circa 30.000 contratti annuali di docenza, che oggi rappresentano una forma di lavoro fragile e insostenibile.
Accesso, valutazione e reclutamento: cosa cambia
La proposta governativa sull’Accesso, la valutazione e il reclutamento (AS 1518) rischia di riportare il sistema a una logica localistica, senza superare le storture già presenti nel modello dell’Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN).
La storia del reclutamento universitario in Italia dimostra come scelte relative a concorsi, abilitazioni, idoneità e composizione delle commissioni abbiano sempre avuto conseguenze dirette sulle politiche universitarie e sul modello sociale di riferimento.
Le proposte della FLC CGIL
Per affrontare questa fase la FLC CGIL ritiene utile avanzare oggi alcune linee generali per la revisione di inquadramenti e concorsi, a fianco del Piano straordinario di allargamento degli organici e stabilizzazioni definito a febbraio, per un salto di qualità del sistema universitario italiano e ad un rilancio del suo profilo nazionale.
Potete quindi qui scaricare:
Il documento “Una nuova stagione per l’università, un nuovo reclutamento per la docenza universitaria”.
L’approfondimento “I concorsi e il sistema universitario. L’inquadramento e il reclutamento della docenza nell’esperienza storica italiana”.
Le proposte FLC CGIL avanzate ai Gruppi parlamentari sugli emendamenti al Disegno di Legge Accesso, valutazione e reclutamento della docenza universitaria [a.s. 1518].