La Regione Lazio ha deciso di ampliare la platea di coloro che possono accedere al piano regionale vaccini anti-Covid ai dottorandi di ricerca delle sole professioni sanitarie. 

In queste settimane abbiamo mantenuto una costante interlocuzione con le istituzioni regionali sollecitando l’inclusione nel piano vaccini della nostra Regione delle figure non strutturate dell’Università, in particolare dottorandi, borsisti di ricerca che svolgono una parte significativa delle attività di ricerca e didattica; nonché i lavoratori dei servizi esternalizzati che svolgono mansioni fondamentali per l’attività ordinaria dei nostri Atenei. 

La FLC CGIL di Roma e Lazio ritiene che la decisione della Regione Lazio sia un primo passo nella giusta direzione, ma auspica che questo rappresenti solo il primo step e che si possa prevedere in tempi rapidi l’estensione della somministrazione del vaccino a tutto il personale docente e non docente delle Università del Lazio. 

L’esclusione di parte di queste figure riteniamo che non sia in linea con le necessità ed esigenze di tutela della salute di tutte e tutti coloro che portano avanti il lavoro nei nostri atenei. 

Inoltre, non prevedere l’estensione del piano anche ai lavoratori precari non residenti continua a rappresentare una contraddizione sia per quanto riguarda l’opera uniforme di contrasto alla diffusione del virus, sia rispetto all’enorme platea di lavoratori non residenti che svolgono quotidianamente attività fondamentali per il funzionamento, didattica e ricerca degli Atenei della nostra Regione.